Da quando Neil Armstrong e Buzz Aldrin della missione Apollo 11 del 1969 hanno poggiato i loro piedi sul suolo lunare, altri 10 astronauti americani hanno camminato sulla luna. Ora con l’eclissi lunare totale di domani sera e l’anniversario dell’Apollo 11 del 20 luglio scorso, la luna ora è più che mai al centro dell’attenzione mediatica.
Frans Von der Dunk, illustre professore di diritto internazionale aerospaziale del Nebraska College of Law, ha recentemente risposto a questa domanda: a chi “appartiene” la luna?
Gli Stati Uniti sono stati la prima e finora unica nazione ad aver inviato squadre con equipaggio sul satellite e la bandiera americana è stata l’unica ad essere dispiegata sulla luna. Ma in un articolo su The Conversation, il professore ha spiegato perché gli USA non possono rivendicare la proprietà territoriale della luna, nonostante i loro storici successi.
Von der Dunk ha scritto: “La semplice risposta alla domanda se Armstrong e Aldrin tramite la loro piccola cerimonia abbiano trasformato la luna, o almeno gran parte di essa, in territorio americano è no. Né loro, né la NASA, né il governo statunitense hanno voluto che la bandiera americana avesse questo effetto”.
Secondo l’esperto, la questione della proprietà della luna è stata risolta all’apice della Guerra Fredda dal Trattato sullo spazio extra-atmosferico, un documento firmato dagli USA e dall’Unione Sovietica. Come potenze leader dell’esplorazione spaziale del secolo, le due nazioni concordarono che la colonizzazione avesse portato tremende sofferenze umane sulla Terra e che non dovesse essere estesa allo spazio.
Von der Dunk ha spiegato che la possibilità di un “territorio” nello spazio avrebbe potuto essere percepita dall’altro lato della Cortina di Ferro come la causa scatenante di un’altra guerra mondiale. Il documento del 1967 ha reso la luna legalmente accessibile a tutte le nazioni del mondo appena due anni prima del primo atterraggio con equipaggio sulla luna.
I russi stessi avevano realizzato numerosi lanci senza equipaggio verso la luna, prima e dopo la missione Apollo 11. E in molti modi il programma spaziale sovietico fu in vantaggio rispetto alla controparte americana, avendo fatto atterrare la sonda Luna 2 nel 1959 e con il satellite orbitale del 1966. Ma una serie di lanci di razzi falliti nel 1971 e nel 1972 ha messo i sovietici fuori dai giochi, costringendoli ad eliminare il programma spaziale. Dopo l’”allunaggio” del 1969, la NASA ha porto un simbolico ramoscello d’ulivo all’Unione Sovietica e al resto del mondo condividendo i campioni di roccia raccolti sulla luna.
Von der Dunk ha dichiarato: “La bandiera americana non era una manifestazione della rivendicazione della sovranità, ma una manifestazione per onorare i cittadini e gli ingegneri americani che avevano reso possibile la missione di Armstrong, Aldrin e del terzo astronauta Michael Collins. I due uomini hanno portato una targhetta che recava che venivano “in pace per tutta l’umanità” e naturalmente le famose parole di Neil hanno ripreso lo stesso sentimento: il suo “piccolo passo per l’uomo” non era un “gigantesco balzo” per gli Stati Uniti, ma “per l’umanità”.