È emerso un incredibile video dell’ultimo uomo sopravvissuto di una tribù dell’Amazzonia che vive nella foresta da solo da 22 anni, dopo che il resto della sua tribù è stato sterminato da mandriani interessati alla loro terra. L’uomo seminudo ha circa 50 anni e utilizza un’ascia per abbattere un albero nel video girato dalle autorità del governo brasiliano nello stato di Rondonia.
Si ritiene che ci siano 113 tribù isolate in Amazzonia, 27 delle quali sono state avvistate dagli esperti che tentano di tracciarne i movimenti. Conosciuto anche come “l’indio delle buche”, l’uomo del video è stato ripreso per la prima volta nel 1998. Trascorre la maggior parte del suo tempo a cacciare maiali selvatici, uccelli e scimmie con arco e freccia e vive in una capanna circondata da piantagioni di papaia e mais.
Il FUNAI monitora a distanza l’attività dell’uomo da quando è stato avvistato per la prima volta nel 1996. Non conoscono il suo nome o il nome della sua tribù, ma hanno lavorato per estendere l’area della giungla in cui vive fino a oltre 8.000 ettari in modo che possa mantenere il suo stile di vita. Negli anni ’90 è stata stabilita una riserva indigena, conosciuta come Tanara, per proteggere il suo territorio. Armi tradizionali come asce e machete sono stati lasciati nella foresta, senza mai farsi vedere, in modo che li potesse trovare. Gli esperti controllano regolarmente per vedere se è ancora in vita e spesso lo trovano a scavare buche (ecco l’origine del suo soprannome) per catturare animali o nascondersi.
Si ritiene che molte tribù abbiano scelto di evitare il contatto sulla base di incontri precedenti che hanno portato alla distruzione delle foreste in cui vivono. Gli esperti riportano di frecce scagliate contro estranei o veicoli aerei da parte delle tribù o la loro ritirata nelle foreste. Tuttavia, altri gruppi isolati stanno affrontando l’estinzione con pochi individui ancora in vita sotto la minaccia crescente della costruzione di strade e infrastrutture e stanno abbandonando il loro territorio per sfuggire al rumore e all’inquinamento dell’aria prodotti. Avendo evitato il contatto con la società, le tribù sono vulnerabili a malattie come l’influenza e il raffreddore.
Il gruppo di ricerca Survival International dichiara: “Le persone isolate del Brasile devono essere protette e i loro diritti sulle terre riconosciuti prima che spariscano per sempre insieme alle foreste da cui dipendono”.