Negli ultimi due anni numerosi embrioni hanno viaggiato dalla Spagna all’Italia per incontrare i loro futuri genitori. Si chiamaRemote OvumDonation (DOD) la tecnica pioneristica che innova i trattamenti di riproduzione assistita “transfrontalieri“: non sono più i genitori a recarsi all’estero per l’impianto ma gli embrioni che li raggiungono nel Paese d’origine. Institut Marquès, centro internazionale di riferimento in ginecologia e procreazione assistita, presenta i risultati della sperimentazione al 34° congresso internazionale della ESHRE (Società europea di riproduzione umana ed embriologia).
Di 215 cicli di fecondazione in vitro, effettuati in Italia negli ultimi 2 anni in collaborazione con una clinica torinese[1], la percentuale di gravidanza è stata del 64,6%, la percentuale di natalità del 52%, la percentuale di aborto solo del 12,6%mentre quella delle gravidanze multiple scende allo 0,9%.
Come funziona?
Il protocollo dell’ovodonazione a distanza è il seguente: nel paese di origine dei pazienti, il campione di sperma del coniuge viene congelato e inviato al laboratorio di Barcellona dove la fecondazione in vitro viene eseguita con gli ovuli freschi della donatrice. Una volta fecondati, gli embrioni vengono vitrificati il quinto giorno di sviluppo (Blastocisti) e mandati all’origine, in modo che il trasferimento dell’embrione venga effettuato dal medico del paziente nel suo paese.
Institut Marquès è stato uno dei primi centri a sperimentare la fecondazione in vitro con ovociti di donatrici a distanza. Grazie a questo programma, gli embrioni viaggiano in quei paesi dell’Unione Europea dove la legislazione lo consente, come l’Irlanda o l’Italia[2].
Oltre ai vantaggi per il paziente, questo programma consente al medico di mantenere il controllo sull’intero processo di riproduzione assistita dal proprio paese. È il medico stesso che è responsabile dell’invio di tutti i test all’Institut Marquès e della preparazione del paziente per il trasferimento dell’embrione. Il trattamento può essere completato in sole 6 settimane.
La fecondazione in vitro con ovociti di donatrice è la tecnica di riproduzione assistita con maggiori probabilità di successo per le pazienti i cui ovuli non hanno una qualità sufficiente per ottenere una gravidanza con una buona evoluzione. Gli embrioni ottenuti con questo trattamento hanno un grande potenziale d’impianto, poiché provengono dagli ovociti di una giovane donna senza problemi di sterilità, e l’utero della paziente è preparato in modo ottimale per riceverli.
La regolamentazione sull’ovodonazione
Riconoscimento della prestigiosa Accademia di Scienze della salute Ramón y Cajal
In concomitanza con il congresso ESHRE, sabato 30 giugno, la direttrice di Institut Marquès, la dott.ssa Marisa López Teijón, è stata nominata ricercatrice onoraria dall’Illustre Accademia della Scienza e della Salute Ramón y Cajal presso la Facoltà di Medicina dell’Università Complutense di Madrid.Nella stessa cerimonia presso la Facoltà di Medicina dell’Università Complutense di Madrid ha ricevuto il “Pin accademico”, il premio è un riconoscimento alla sua traiettoria professionale nel campo della Riproduzione Assistita.
La Illustre Accademia delle Scienze della Salute Ramón y Cajalha presentato la dott.ssa Marisa López Teijón mettendo in evidenza il suo lavoro nel campo della ricerca scientifica e dell’innovazione.
[1] Institut Marquès permette agli embrioni di ricongiungersi con i loro genitori grazie alle cliniche in Spagna, Irlanda e Italia e alla collaborazione con centri come Livet a Torino.
[2] Non è possibile in paesi come la Gran Bretagna, dove non è consentita la donazione anonima, o in Germania, dove la donazione di ovuli è vietata in generale.