I ragazzi thailandesi rimasti prigionieri in una grotta avevano cercato di scavare un tunnel di uscita per mettersi in salvo. Lo ha raccontato in conferenza stampa il loro allenatore, il 25enne Ekaphol ”Ake” Chantawong.
“Abbiamo cercato di scavare perchè non potevamo stare solo ad aspettare i soccorsi“, ha detto, secondo quanto riferisce il Guardian. Il coach ha spiegato che faceva spesso delle attività con i ragazzi della squadra dei “cinghiali” dopo gli allenamenti. Quel giorno avevano deciso di andare nella grotta, dove non erano mai stati, ma contavano di uscire presto perché alle cinque c’era la festa di compleanno di uno di loro. Mentre procedevano nella grotta hanno però sentito l’acqua che saliva e si sono rifugiati nel fondo.
I 12 ragazzi, fra gli 11 e 16 anni, hanno raccontato che non avevano nulla da mangiare con loro e che sono sopravvissuti per nove giorni, fino a quando sono stati ritrovati, bevendo solo l’acqua che filtrava dalla parete rocciosa.
L’allenatore ha confermato che trascorreranno tutti un periodo come monaci in un monastero buddista per onorare la memoria del sub thailandese morto durante le operazioni di salvataggio. In Thailandia è molto diffusa la tradizione di far trascorrere ai giovani ragazzi maschi un periodo come monaci. Infine diversi ragazzi hanno detto di voler entrare da grandi nel corpo dei Navy seals thailandesi che li hanno soccorsi.