Secondo quanto raccontato al Bangkok Post dalla mamma di uno dei sopravvissuti, i 12 giovani calciatori thailandesi rimasti intrappolati con il loro allenatore per 18 giorni nella grotta Tham Luang erano entrati nella caverna con l’intenzione di rimanere solo un’ora, e per questo non avevano portato cibo con sé.
La donna è la madre del più piccolo dei componenti della squadra: ha potuto comunicare col figlio attraverso la finestra della camera d’ospedale che divide i ragazzi dai visitatori in via precauzionale. A causa dell’aumento del livello dell’acqua per le piogge torrenziali – ha aggiunto – il gruppo si è inoltrato nelle profondità della grotta alla ricerca di un posto per ripararsi. “Dopo le prime tre notti senza cibo, mio figlio ha avvertito una sensazione di estrema fame e si è messo a piangere. Era freddo nella notte, e buio. Hanno dovuto stendersi vicini per scaldarsi“, ha proseguito la donna.
L’allenatore avrebbe insegnato ai ragazzi a meditare per aiutarli a tenere sotto controllo la fame e conservare le energie. Un altro genitore ha raccontato che il 25enne ha usato la torcia per trovare una parete di roccia che lasciava filtrare l’acqua: consentendo al gruppo di idratarsi per 9 giorni, fino al miracoloso ritrovamento.
La cronologia dei 18 giorni di odissea dei ragazzi bloccati nella grotta
E’ durata ben 18 giorni l’odissea dei 12 giovani calciatori di età compresa tra gli 11 e i 16 anni e il loro allenatore 25enne, rimasti bloccati nella grotta di Tham Luang in Thailandia: ecco la cronologia degli eventi che hanno portato al loro salvataggio, un miracolo sperato fin dal 23 giugno.
- 23 giugno – I ragazzi entrano nel complesso di grotte di Tham Luang al termine di un allenamento. All’esterno piove e, per sfuggire all’acqua che inonda i canali interni, il gruppo si addentra sempre più nella cavità. A seguito del mancato rientro a casa scatta l’allarme;
- 24 giugno – Partono le ricerche: vengono trovate quasi subito le biciclette e le scarpe vicino all’entrata della grotta, dove si concentreranno le ricerche;
- 25 giugno – I Navy Seal thailandesi esplorano la caverna:
- 27 giugno – Alle ricerche si uniscono 30 militari statunitensi del comando Usa del Pacifico e 3 sub esperti britannici;
- 1 luglio – Creata una base operativa nella “Camera 3” interna alla grotta: è a metà del percorso e viene attrezzate con bombole di ossigeno e cibo.
- 2 luglio – I ragazzi vengono trovati vivi dai sommozzatori britannici 400 metri oltre Pattaya Beach;
- 3 luglio – Vengono rifocillati con cibo altamente proteico, visitati da un medico e curati per lievi escoriazioni. Iniziano le ipotesi sul salvataggio: è una corsa contro il tempo;
- 4 luglio – I giovani calciatori non sanno nuotare, cominciano a esercitarsi con maschere da sub e attrezzature per la respirazione subacquea. L’acqua all’interno della galleria viene estratta da pompe drenanti;
- 6 luglio – Un sommozzatore thailandese volontario, il 38enne Salman Kunan, muore asfissiato mentre piazza le bombole di ossigeno lungo il percorso che i ragazzi dovranno affrontare. I livelli di ossigeno sono drammaticamente in calo;
- 7 luglio – I ragazzi scrivono ai genitori, “non preoccupatevi“, l’allenatore chiede perdono;
- 8 luglio – Scatta l’operazione di salvataggio: i ragazzi devono percorrere oltre 3 km, in parte camminando e in parte nuotando, tra mille difficoltà. Dopo 11 ore di attesa, emerge il primo ragazzo, e a fine giornata sono salvi in 4;
- 9 luglio – Salvi altri 4 giovani;
- 10 luglio – La missione di salvataggio termina con successo: tutti e 12 i ragazzini e il loro allenatore sono fuori dalla grotta.