L’ex Seal Saman Kunan, impegnato nelle operazioni per il salvataggio dei ragazzi intrappolati in una grotta del nord della Thailandia, è morto per asfissia mentre cercava di tornare indietro dopo aver sistemato bombole di ossigeno nella cavità: la notizia è stata data dal vice governatore della regione di Chiang Rai, Passakorn Boonyalak. Kunan aveva 37 anni. “In un primo momento pensavamo che i nostri ragazzi potessero rimanere a lungo nella grotta. Ma la situazione è cambiata, il tempo ora è limitato“, ha precisato il comandante dei marines Apakorn Yookongkaew, fra i responsabili del soccorso.
L’ex Navy Seal si era congedato da poco per lavorare come addetto alla sicurezza all’aeroporto di Bangkok: si era unito ai soccorsi nella grotta di Tham Luang come volontario, e contribuiva alla fornitura di bombole di ossigeno per i ragazzi e i soccorritori.
L’uomo ha perso conoscenza per la mancanza di ossigeno sulla via del ritorno alla caverna che fa da base intermedia prima del tratto finale per raggiungere i ragazzi, lungo 1.7 chilometri. Per percorrere tale distanza, ogni soccorritore deve utilizzare tre bombole di ossigeno.
“Ogni tentativo di salvargli la vita è stato vano“, ha dichiarato il comandante dei “Navy Seal” thailandesi, aggiungendo che per stabilire la causa della morte occorrerà attendere l’esito dell’autopsia. La missione di salvataggio però prosegue: “Continueremo finché non l’avremo portata a termine“.
I soccorritori hanno posato un tubo lungo cinque km che immette ossigeno nella cavità dove il gruppo è bloccato. Si teme una possibile carenza di ossigeno causata dall’alto numero di soccorritori che si alternano nei cunicoli semi-sommersi per arrivare ai ragazzi.