Fischi, insulti, fumogeni, spintoni: la dodicesima tappa del Tour de France tra Bourg-Saint-Maurice e Alped’Huez è stata segnata da un ambiente e un’atmosfera a dir poco deleteri. L’ostilità degli spettatori verso Chris Froome e il Team Sky e l’incidente che ha costretto Vincenzo Nibali al ritiro a causa di un tifoso rappresentano perfettamente il clima vissuto durante la 12ª tappa della corsa ciclistica più importante del mondo. Eppure il comportamento dei suoi spettatori non sta rispecchiando una simile definizione.
E che dire della caduta di Nibali? L’organizzazione del Tour aveva previsto una certa tensione, motivo per il quale per gli ultimi chilometri della corsa erano state montate delle barriere per tenere la folla fuori dal passaggio dei ciclisti. La tensione era visibile già dal momento in cui il patron della corsa, Christian Prudhomme, era stato costretto ad alzarsi a più riprese attraverso il tettuccio apribile della sua vettura per chiedere alla folla di spostarsi.
Il responsabile della sicurezza, Florian Vuillaume, spiega che si tratta di un luogo pubblico, più difficile da controllare rispetto ad uno stadio. Sono stati stabiliti dei perimetri di protezione a monte e a valle delle corse per limitare l’alcol trasportato fino al percorso dei ciclisti, per evitare incidenti provocati da persone ubriache.
La corsa non era partita sotto i migliori auspici il 5 luglio, giorno della presentazione del Team Sky. Prudhomme, alla vigilia della partenza, aveva dichiarato: “Ho sentito che il Team Sky è stato fischiato. Nonostante tutto, bisogna relativizzare, dire alle persone che non serve a nulla fischiare. Il Tour de France è 3.500 km di sorrisi e il pubblico è super-familiare”. La penserà ancora allo stesso modo alla luce degli ultimi avvenimenti?