Poco piu’ di una ragazza su due, con grandissime diversita’ tra una regione e l’altra, completa il ciclo vaccinale contro il papilloma virus (Hpv) e il calo delle ragazze vaccinate e’ stato di quasi il 20% in 5 anni, mentre per i ragazzi l’immunizzazione e’ quasi un miraggio. E ancora troppo pochi sono i pediatri che consigliano la vaccinazione.
A fare il punto e’ la Fondazione Gimbe, con un documento pubblicato sulla rivista Evidence. “La vaccinazione anti-Hpv rappresenta un clamoroso esempio di sotto-utilizzo di una prestazione dal valore elevato”, commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.
Il Papilloma Virus Umano (Hpv) si trasmette per via sessuale e, in alcuni casi, puo’ provocare tumori. In particolare causa oltre il 90% dei carcinomi della cervice uterina, ma anche tumori dell’ano, orofaringei, vulva, della vagina e del pene.
Nonostante esista un vaccino da effettuare in due dosi, solo il 53% delle ragazze in media in Italia nate nel 2004, ne ha effettuato un ciclo completo e il ‘range’ di copertura varia dal 24,8% di Bolzano al 72,5% della Valle d’Aosta (dati ministero della Salute relativi al 2016).
Una percentuale in calo di 19 punti in 5 anni se confrontata al 72% delle ragazze nate nel 2000. Per i maschi i dati, sono largamente incompleti, tanto che il Ministero non riporta un tasso di copertura nazionale. D’altronde una recente ricerca pubblicata a marzo su Plos One da ricercatori dell’Universita’ della Campania Luigi Vanvitelli e condotta su un campione casuale di 640 pediatri di libera scelta ha dimostrato che solo il 18,4% raccomanda sempre la vaccinazione ai ragazzi di 11-12 anni, rispetto al 77,4% delle ragazze di pari eta’.
“Se negli ultimi anni – spiega Cartabellotta – le prove di efficacia si sono consolidate e il monitoraggio degli eventi avversi ha dimostrato che i vaccini anti-Hpv hanno un adeguato profilo di sicurezza, la copertura vaccinale in Italia si e’ progressivamente ridotta, determinando sia un aumento della morbilita’ per le patologie Hpv-correlate, sia dei costi dell’assistenza”.