Si apre oggi, dalle 09:31 ora italiana, la nuova finestra di lancio della sonda Parker Solar Probe della NASA diretta verso il Sole: la sua partenza dalla base di Cape Canaveral con il razzo Delta IV Heavy era inizialmente prevista per la mattina di ieri, sabato 11 agosto, ma è stata interrotta a causa di problemi tecnici e rinviata di 24 ore.
Il countdown si era fermato una prima volta per un’anomalia nel flusso di dati provenienti dai 3 vettori supplementari del razzo, e poi una seconda volta per un problema di pressione dell’elio nel razzo, bloccando il tentativo di lancio.
Oggi il nuovo tentativo, con una probabilità pari all’80% di condizioni meteo favorevoli.
Nei 7 anni previsti di missione – riporta Global Science – la Parker Solar Probe diventerà il primo veicolo a visitare una stella, e quello che si avvicinerà di più in assoluto al Sole. “Andremo dove nessuna navicella ha mai osato arrivare – ha spiegato Nicky Fox del Johns Hopkins Applied Physics Lab, che ha contribuito allo sviluppo della sonda – e con ogni orbita vedremo nuove regioni dell’atmosfera del Sole. Questo ci permetterà di comprendere alcuni meccanismi stellari su cui ci interroghiamo da decenni.”
Parker arriverà a una distanza record di 6,3 milioni di chilometri dal Sole: qui si troverà immersa nella corona solare, dove le temperature raggiungono picchi di 1.377 gradi. Raggiungerà una velocità di circa 629.000 chilometri orari e per resistere al calore della nostra stella sarà protetta da uno scudo termico di carbonio spesso 11 centimetri.
Dopo la sonda Nasa, sarà poi il turno di Solar Orbiter dell’Esa, il cui lancio, inizialmente previsto a ottobre, è slittato a febbraio 2020: giusto in tempo per rientrare nella finestra prevista di minima attività solare. La sonda europea, a cui l’Asi ha contribuito con il coronografo Metis e lo strumento Swa (Solar Wind Analyzer), ci darà una visione diretta dei poli, elemento chiave per comprendere le eruzioni e i campi magnetici solari.