Terminato Luglio 2018, inizia oggi Agosto, mese tipicamente estivo: è l’ottavo mese dell’anno secondo il calendario gregoriano e il terzomese dell’estate nell’emisfero boreale, dell’inverno nell’emisfero australe.
Precedentemente noto come “sextilis” (il sesto mese dell’anno nel calendario romano), il mese fu rinominato “augustus” dal Senato romano, nell’anno 8 a.C., in onore dell’imperatore Augusto, dal quale prende il nome anche il giorno di Ferragosto (feriae Augusti).
Fino al 46 a.C. a Roma era vigente il calendario romano, che divideva l’anno in dodici mesi, come oggi, ma con numero di giorni leggermente diverso. L’anno iniziava il primo marzo, ed è per questo che il mese di luglio era chiamato Quintilis (quinto mese) ed agosto Sextilis (sesto mese). I successivi mesi, da settembre a dicembre, ancora portano l’impronta di quell’antico calendario (settimo, ottavo, nono, decimo mese).
La riforma del calendario, promulgata da Giulio Cesare, venne introdotta nel 46 a.C.: da quel momento il calendario si chiamerà Giuliano, fino alla nuova riforma (1582) che introdusse il calendario oggi in vigore in Italia e nei paesi occidentali: il calendario Gregoriano.
Proverbi e frasi celebri
Tanti sono i proverbi sul mese d’agosto. Giusto per citarne alcuni:
- Agosto annunzia l’inverno
- Luna d’Agosto illumina il bosco
- Acqua d’agosto, olio, miele e mosto
- Acqua d’Agosto rovina olio e mosto
- Acqua di Agosto dà castagne e mosto
- Di Settembre e di Agosto bevi vino vecchio e lascia stare il mosto
- Agosto ci matura grano e mosto
- D’Agosto l’uva fa il mosto
- A san Lorenzo l’uva si tinge
- Agosto matura, Settembre vendemmia
- Zappa la vigna d’Agosto se vuoi avere buon mosto
- Chi vuole buon mosto zappi la vigna d’Agosto e chi vuol l’uva grossa zappi la proda e scavi la fossa
- Chi zappa la vigna d’agosto la cantina empie di mosto
- Quando piove d’Agosto piove olio miele e mosto
- L’acqua del 24 Agosto rovina olio e mosto
- Agosto, s’è trebbiato e s’è riposto
- Chi mangia l’uva in agosto, non arriva a ottobre a bere il mosto
- Chi non ha pane lavorato, Agosto diventa maggio
- Col sole di agosto il raspo fa bon mosto
- D’agosto cura la cucina, di settembre la cantina
- A volte si crede di trovare il sole d’Agosto e si trova la luna di marzo
- Agosto moglie mia non ti conosco
- Alla prima acqua d’Agosto cadon le mosche, quella che vi rimane morde come un cane
- Ogni uccello, d’Agosto è beccafico, Il sol d’Agosto, inganna la massara nell’orto
- Di Agosto, le campane non si ascoltano
- In Agosto il sole tramonta prima; Chi dorme d’Agosto, dorme a suo costo
- Dal primo d’agosto le anitre si mettono arrosto
- Per il Perdon (2 agosto) si mette la zappa in un canton
- Da San Lorenzo (10 agosto) si sbraccia il granturco
- A San Lorenzo l’uva già pende dai tralci
- A San Lorenzo e a san Gaetano se ne va il caldo dell’anno. (10 / 7 Agosto)
- A San Lorenzo, della grande calura, tardi arriva e poco dura; A San Lorenzo l’uva si tinge
- Se vuoi buona rapa che per Santa Maria (15 agosto) sia nata
- Per Ferragosto (15 agosto) piccioni e anitre arrosto
- Alla Madonna di agosto (15 Agosto) si rinfresca il bosco
- Per l’Assunta l’oliva è unta
- Per san Rocco (16 Agosto) la rondine fa fagotto.
Alcune citazioni e frasi celebri sul mese d’agosto:
- Agosto non è crudele. È feroce. Si presenta come un mese del passato e ti costringe a ricordare. Ferocemente smette di essere tutto ciò che era. Aspettavo agosto tutto l’anno da bambino. La spiaggia, i templi di Paestum, la sensazione che tutto l’anno valesse la pena viverlo per rotolarsi nel bagnasciuga con mio fratello, con i miei cugini. La sensazione che la vita vera fosse agosto. L’attesa dell’agosto più bella dell’agosto persino. Vivere agosto da adulti non vale la pena. (Roberto Saviano);
- Non c’è un mese in tutto l’anno in cui la natura si adorni di più bella veste come nel mese di Agosto. (Charles Dickens)
- Una notte di agosto, di quelle agitate da un vento tiepido e tempestoso, camminavamo sul marciapiede indugiando e scambiando rade parole. Il vento che ci faceva carezze improvvise, m’impresse su guance e labbra un’ondata odorosa, poi continuò i suoi mulinelli tra le foglie già secche del viale. Ora, non so se quel tepore sapesse di donna o di foglie estive, ma il cuore mi traboccò improvvisamente, tanto che mi fermai. (Cesare Pavese).