USA: Bettina Rodriguez Aguilera, la candidata al Parlamento che sostiene di essere stata rapita dagli alieni

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La candidata al Parlamento americano Bettina Rodriguez Aguilera ha una lunga lista di successi che sostengono la sua campagna in Florida, ma probabilmente è meglio nota per la sua affermazione di essere stata rapita dagli alieni da bambina. Rodriguez Aguilera è in corsa per il seggio dell’area di Miami lasciato vuoto dalla repubblicana Ileana Ros-Lehtinen. In un’intervista al Miami Herald, Rodriguez Aguilera ha spiegato che il racconto del suo rapimento da parte degli alieni non la definisce: “Non ha niente a che fare con quello che ho fatto. È successo quando avevo 7 anni”.

Bettina Rodriguez Aguilera

Rodriguez Aguilera sostiene di essere stata presa a bordo di una nave spaziale da bambina da extraterrestri biondi che somigliavano alla statua del Cristo Redentore di Rio de Janeiro. Dichiara che loro le hanno detto che il “centro dell’energia del mondo è l’Africa” e che migliaia di teschi non umani erano stati scoperti in una grotta dell’isola di Malta. Dichiara di essere stata testimone di attività paranormali da allora e di aver visto un UFO all’età di 17 anni. Sostiene anche di essere stata in contatto telepaticamente con gli alieni molto tempo dopo il rapimento. E anche se è difficile credere che ci sia uno “Starman” in attesa nel cielo, Rodriguez Aguilera resta ferma sulle sue convinzioni.

L’editoriale dell’Herald descrive Rodriguez Aguilera come una “candidata insolita”. È un ex membro del Consiglio Comunale del sobborgo di Doral, in Florida, ed è la figlia di un prigioniero politico cubano. Prima era un’assistente sociale, mediatrice presso l’ufficio del manager della Contea di Miami-Dade e ora gestisce un’attività per preparare le donne di altri Paesi a concorrere per un incarico politico. “Il tema della mia campagna sono le persone oltre la politica. Alleno le persone del mondo alla democrazia. Ho grande esperienza. Posso entrare e iniziare a lavorare come ho fatto per tutta la mia vita”, dichiara.

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