Dopo il crollo del Ponte Morandi a Genova è allarme in tutto il mondo. Sono 54.259 i ponti che, negli Stati Uniti, presentano “carenze strutturali“. Il dato, diffuso dalla American Road & Transportation Builders Association (Artba), è stato rilanciato dall’emittente Msnbc dopo il drammatico crollo del ponte Morandi a Genova.
Il dossier chiarisce che la definizione ”structurally deficient”, secondo gli standard del Dipartimento dei Trasporti, si applica ai ponti che presentano uno o più elementi chiave in condizioni non ottimali. Nella categoria, quindi, rientra circa un ponte su 10 tra quelli esistenti. Le infrastrutture che presentano carenze, riferisce l’Artba, sono interessate ogni giorno da 174 milioni di passaggi e hanno un’età media di 67 anni.
L’emergenza riguarda in particolare Iowa (5.067 ponti), Pennsylvania (4.173), Oklahoma (3.234), Missouri (3.086) e Illinois (2.303).
A marzo, a Miami, un ponte pedonale è crollato nell’area adiacente alla Florida International University provocando la morte di sei persone. La vicenda è tornata sotto i riflettori dei media nelle ultime ore, con la diffusione di un video -da parte dell’università- che mostra almeno quattro operai impegnati sul ponte poco prima del crollo.
La necessità di una massiccia opera di manutenzione a livello nazionale, in realtà, non riguarda solo i ponti. Secondo l’associazione nazionale degli ingegneri, servirebbero 4,5 trilioni di dollari entro il 2025 per interventi massicci sull’intera rete delle infrastrutture: non solo ponti, quindi, ma anche strade, ferrovie, aeroporti.
A febbraio, il presidente Donald Trump ha annunciato il varo di un piano da 1,5 trilioni basato sulla partnership tra pubblico e privato e vincolato ai finanziamenti provenienti dalle amministrazioni locali. L’impegno del governo federale è rappreentato da 200 miliardi di investimenti diretti. Il piano si sviluppa attorno a 4 punti cardine: generare i fondi, velocizzare il processo della concessione delle autorizzazioni per le costruzioni, investire in progetti infrastrutturali nelle zone rurali e favorire la qualificazione professionale della forza lavoro.