Salute, disidratazione: ecco cosa succede al nostro cervello quando non beviamo abbastanza acqua

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Il corpo umano è costituito dal 55-60% di acqua, il che fornisce un’indicazione del perché sia così importante rifornire il nostro corpo. Nonostante tutti ne siano a conoscenza, per un motivo o per un altro, spesso non si dà a questo aspetto la giusta priorità.

Oltre a questi 9 segni che dimostrano che non stiamo bevendo abbastanza acqua, quando siamo disidratati, una parte del cervello si gonfia, la segnalazione neurale si intensifica ed eseguire compiti monotoni diventa più difficile: è quanto dimostrato dai fisiologi del Georgia Institute of Technology, che hanno studiato volontari che sudavano molto e non si idratavano. La perdita di fluidi portava la maggior parte di essi ad essere più impacciati nell’eseguire i compiti e le aree dei loro cervelli mostravano cambiamenti evidenti.

Volevamo capire se l’esercizio e lo stress termico da soli avessero un impatto sulle funzioni cognitive e studiare poi l’effetto della disidratazione”, ha dichiarato Mindy Millard-Stafford, principale ricercatrice dello studio e professoressa presso la Scuola di Scienze Biologiche del Georgia Tech. Negli esperimenti, quando i partecipanti si esercitavano, sudavano e bevevano acqua, gli spazi pieni di fluido al centro del cervello, chiamati ventricoli, si contraevano. Ma con l’esercizio e la disidratazione, i ventricoli facevano totalmente l’opposto, cioè si espandevano. “I cambiamenti strutturali erano uniformi tra le persone, ma le differenze di performance nei compiti potrebbero non essere spiegate dai cambiamenti in queste aree del cervello”, ha spiegato Millard-Stafford.

Durante la disidratazione, sono stati osservati anche cambiamenti nelle strutture di impulso neurale. “Le aree del cervello necessarie per eseguire il compito sembravano attivarsi più intensamente rispetto a prima e inoltre si accendevano aree che non erano necessariamente coinvolte nel completamento del compito. Crediamo che questo possa essere la conseguenza dello stato fisiologico: il corpo segnala “sono disidratato”, ha spiegato Matt Wittbrodt, co-autore dello studio.

ricordi cervelloIl compito assegnato ai volontari era stupido e ripetitivo: per 20 minuti, dovevano premere un bottone ogni volta che un quadrato giallo appariva su uno schermo, a volte in maniera regolare, a volte in maniera casuale. Il compito era noioso per un motivo: “Ci ha aiutato ad evitare la complessità cognitiva dietro compiti elaborati […]. È stato progettato per colpire il processo neurale essenziale che usiamo per fare movimenti semplici e ripetitivi”, ha chiarito Wittbrodt. Studi precedenti hanno indicato che questo tipo di compito riflette il processo neurale coinvolto nelle funzioni motorie della vita reale, soprattutto nella ripetizione comune di molti lavori manuali o esercizi militari.

30 volontari hanno eseguito il compito in 3 diverse occasioni: dopo essersi rilassati e idratati; dopo caldo, esercizio e sudore ma bevendo acqua durante l’esercizio; dopo caldo, esercizio e sudore ma senza aver bevuto acqua. Anche dopo essersi rilassati, le performance del compito calavano gradualmente durante i 20 minuti previsti. Ma dopo i fattori di stress citati, la performance media generale calava drasticamente. Solo pochi volontari riuscivano a completare il compito in maniera decisa sotto tali condizioni.

Ma anche bere troppa acqua può essere pericoloso o addirittura letale. “Il plasma sanguigno viene diluito solo con il ricambio dell’acqua. Se il sodio nel sangue si abbassa molto mentre l’acqua aumenta molto, è pericoloso. È una condizione nota come intossicazione da acqua o iponatriemia”, ha spiegato Millard-Stafford. Il giusto equilibrio di acqua, dunque, è importante per il cervello.

I ricercatori sperano che un giorno questo tipo di ricerca offra indicazioni su come scivoloni cognitivi in ambienti caldi con lavoro intenso e scarsa idratazione possano compromettere la sicurezza sul lavoro, soprattutto intorno a macchinari pesanti o attrezzature militari. Queste condizioni potrebbero contribuire anche a ridurre le performance negli sport agonistici.

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