Un’estate di temperature estreme quella del 2018, che continua a far registrare ondate di caldo record in tutti e 4 i continenti che occupano l’emisfero settentrionale.
Lunedì 23 luglio, il Giappone ha registrato una temperatura mai raggiunta prima sullo stato dalle registrazioni avviate nel 1800. Kumagaya, città a 65 km da Tokyo, ha raggiunto i 41,1°C nel bel mezzo di un’ondata di caldo che persiste da diverse settimane e che ha ucciso almeno 116 persone.
Le temperature estreme hanno colpito anche altri Paesi dell’Asia orientale: le Coree del Nord e del Sud hanno stabilito record di caldo con temperature di 40°C.
Gran parte dell’Europa sta soffocando sotto una dorsale di alta pressione che sta portando il caldo tropicale anche sull’Artico e che sta impedendo alle precipitazioni di mettere fine a questo periodo rovente. Temperature oltre i 32°C si sono estese fino alle parti più settentrionali della Scandinavia, stabilendo record in Svezia, Finlandia e Norvegia in stazioni sopra il Circolo Polare Artico. Il risultato è stato una serie di incendi senza precedenti in Svezia che ha costretto il Paese a richiedere il supporto di altre nazioni, tra cui l’Italia, con maggiori risorse per combattere questo tipo di emergenze.
Il Regno Unito si sta avviando verso una delle estati più caldi della sua storia: al momento è a solo 0,1°C dalla temperatura media della stagione estiva più calda di sempre sullo stato, 21°C nel 1976. L’ondata di caldo è in atto, con un’allerta di livello 3 emanata per gran parte dell’Inghilterra meridionale e orientale.
Nel deserto del Sahara, sicuramente non nuovo a temperature soffocanti, un nuovo record è stato stabilito il 5 luglio a Ouargla, in Algeria: 51,3°C hanno segnato la temperatura più alta mai registrata sul continente africano, secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale.
Nel mese di luglio, una forte ondata di caldo ha colpito anche il Canada, che il 2 luglio ha registrato la temperatura record di 36,6°C a Montreal. Ci sono state almeno 70 morti collegate al caldo nella provincia del Québec.
Negli Stati Uniti, a luglio le ondate di caldo si sono estese da nord-est a sud-ovest. Un eccezionale periodo di caldo a Dallas-Fort Worth ha portato 4 giorni consecutivi di massime da record di 42-43°C. Il mese di luglio ha visto 41 record di caldo stabiliti negli Stati Uniti, ma nessun primato di temperature minime. Questo conteggio così sbilanciato è diventato la norma, a causa dei cambiamenti climatici che stanno facendo pendere la bilancia verso temperature più calde.
Questo è il cambiamento climatico
“Gli effetti del cambiamento climatico non sono più leggeri. Li stiamo vedendo in tempo reale sotto forma di ondate di caldo senza precedenti, alluvioni, siccità e incendi. E li abbiamo visti tutti in questa estate”, afferma Michael Mann, climatologo e direttore dell’Earth System Science Center della Penn State University.
Ricordate la serie di terribili tempeste di neve che ha colpito il nord-est degli Stati Uniti tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera che avevano fatto pensare a qualcuno: “Cos’è successo al riscaldamento globale?”. Eccolo. Anche se farà ancora freddo in inverno e ci saranno ondate di freddo più forti del normale, il caldo ritornerà e le estati saranno sempre più calde.
Il 2018 è l’anno de La Niña (il raffreddamento delle acque del Pacifico durante La Niña tende a raffreddare il pianeta) più caldo mai registrato e con El Niño (che riscalda il Pacifico) in avvicinamento, la situazione non potrà che essere ancora più calda.