Una giuria californiana ha condannato il gigante chimico Monsanto a pagare quasi 290 milioni di dollari a un giardiniere per non aver avvertito che un diserbante poteva causare il cancro. L’azienda ha gia’ annunciato che presentera’ ricorso. Dopo un mese di dibattimento, i giurati hanno sentenziato all’unanimita’ che la Monsanto ha agito con “malizia”, nascondendo i possibili effetti sull’uomo, e che i suoi diserbanti hanno contribuito “sostanzialmente” alla malattia terminale di Dewayne Johnson, il giardiniere 46enne che ha fatto causa. A Johnson, californiano, e’ stato diagnosticato nel 2014 un linfoma non Hodgkin – un tumore che colpisce i globuli bianchi. L’uomo ha affermato di aver usato ripetutamente il diserbante mentre lavorava in una scuola a Benicia, in California. Si tratta della prima sentenza che stabilisce l’effetto cancerogeno del diserbante, ma potrebbe aprire la strada a migliaia di cause contro il colosso dell’agrochimica acquisito a giugno dalla tedesca Bayer. La causa si e’ basata sulle conclusioni del 2015 dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, che ha classificato il glifosato, ingrediente principale di Roundup, come probabile cancerogeno. Roundup e’ l’erbicidi piu’ usato al mondo. La Monsanto ha sempre negato qualsiasi collegamento con la malattia. “Lottero’ fino al mio ultimo respiro”, aveva promesso a se stesso Johnson durante il processo a San Francisco, definit ‘storico’ dagli attivisti. Il suo avvocato aveva illustrato in modo dettagliato alla corte il suo gravissimo stato di salute, vittima dei noti erbicidi Roundup e Ranger Pro: i medici gli hanno diagnosticato un tumore incurabile del sistema linfatico e un’aspettativa di vita di due anni al massimo. Dal 2015 il glifosato e’ classificato come “probabile causa di cancro” dall’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms), ma non dalle agenzie europee Efsa (Autorita’ europea di sicurezza degli alimenti) e Echa (Agenzia europea dei prodotti chimici).
Prima della drammatica diagnosi, Johnson, padre di due ragazzini di 10 e 13 anni, era il giardiniere del Benicia Unified School District, responsabile della lotta a vegetali e animali dannosi sui terreni delle scuole della piccola localita’ californiana, a nord-ovest di San Francisco. Dal 2012 per il suo lavoro comincio’ a spruzzare centinaia di litri dei due diserbanti della Monsanto e per ben due volte la potente sostanza schizzo’ sulla sua pelle a causa di un malfunzionamento dell’attrezzatura utilizzata: apparvero subito brutte lesioni molto dolorose e poco dopo arrivo’ la terribile diagnosi. Nel 2016 Johnson ha deciso di denunciare la Monsanto, difeso da un studio legale esperto, The Miller Firm, che aveva chiesto 400 milioni di dollari di risarcimento. Johnson e’ uno dei pochi cittadini ad essere finora riuscito a portare Monsanto sul banco degli imputati: ha giocato a suo favore una legge californiana che obbliga la giustizia a celebrare un processo prima della morte del querelante. Ma in realta’ sono piu’ di 4.000 i cittadini statunitensi che affermano che il Roundup li ha fatti ammalare e sono intenzionati a procedere legalmente; e negli Usa sono gia’ in corso migliaia di procedimenti a carico della multinazionale americana di biotecnologie agrarie.