Un gruppo di ricerca internazionale presso l’Università di Cambridge ha proceduto ad una revisione della letteratura scientifica, prendendo in esame 37 studi epidemiologici precedenti, condotti su un totale di 350 mila persone: l’indagine ha consentito di rilevare che l’esposizione a metalli pesanti legati all’inquinamento ambientale aumenta il rischio di malattie cardiovascolari.
I risultati, pubblicati sul British Medical Journal, “rafforzano l’importanza, spesso non riconosciuta, dei metalli tossici ambientali nell’aumentare il rischio cardiovascolare, al di la’ dei fattori di rischio comportamentali, come il fumo, la cattiva alimentazione e l’inattività“.
L’esposizione a metalli tossici ambientali, originata da processi industriali, è un problema di non poco conto in riferimento alla salute globale: arsenico e cadmio sono noti cancerogeni, ma nuovi indizi li collegano anche a malattie cardiovascolari.
La ricerca ha rilevato che l’esposizione all’arsenico ad esempio è risultata associata a un rischio maggiore del 23% di cardiopatia coronarica e del 30% di malattia cardiovascolare, mentre piombo e cadmio sono stati associati ad un aumento di rischio di ictus (63% e 72%).