Medicina, cardiologi: “Con l’angio-tac di routine si salverebbero più vite”

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L’angio-Tac, meno invasiva e più rapida, economica e sicura dell’angiografia, dovrebbe diventare un esame di routine per i pazienti con dolore toracico da angina. La cosiddetta Cta (angiografia tomografica computerizzata) permetterebbe infatti di salvare migliaia di vite, riducendo del 40% gli attacchi di cuore nei 5 anni successivi.

L’indicazione arriva da uno studio dell’università di Edimburgo su oltre 4 mila pazienti anginosi, pubblicato sul ‘New England Journal of Medicine’ e presentato al Congresso della Società europea di cardiologia-Esc in corso a Monaco di Baviera.

La ricerca, coordinata da David Newby del Bhf Centre for Cardiovascular Science dell’ateneo scozzese, mostra che il numero di esami di accertamento eseguiti nel quinquennio successivo alla Cta aumenta, per poi però stabilizzarsi entro la fine dei 5 anni. Per gli autori ciò significa che includere l’angio-Tac nella routine clinica per questi pazienti non si traduce in un aumento dei costi diagnostici, ma inciderebbe in positivo sui tassi di sopravvivenza.

Un altro lavoro illustrato al meeting tedesco e pubblicato sul ‘Journal of the American College of Cardiology’, condotto dall’ospedale universitario di Aarhus in Danimarca su oltre 3.600 pazienti con angina, dimostra inoltre l’efficacia di una nuova tenica ‘soft’ da utilizzare per valutare l’entità di un’ostruzione coronarica rilevata dall’angio-Tac.

La metodica si chiama FfrCt e promette di misurare in modo non invasivo la riserva frazionale di flusso, un parametro che indica appunto la gravità della stenosi arteriosa. Secondo l’autore principale Bjarne Linde Norgaard e i suoi colleghi, nei casi in cui la Cta mostra un’occlusione moderata ma l’esito del FfrCt è rassicurante, il paziente può essere considerato a basso rischio di attacchi di cuore e venire trattato solo con i farmaci senza ricorrere all’impianto di stent o a interventi di sostituzione. Ciò risparmierebbe analisi invasive prima, e successivamente procedure terapeutiche evitabili.

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