Com’è iniziata la vita sul nostro pianeta? Una chiave rispondere a questa domanda fondamentale è nascosta nei ‘semi’ di materia organica intrappolati nei meteoriti. Da tempo gli astronomi sostengono infatti che analizzare frammenti di corpi celesti provenienti dallo spazio possa aiutare a ricostruire il percorso che ha portato alla nascita delle prime forme viventi sulla Terra. Ora – riporta Global Science – una nuova, importante conferma arriva da uno studio coordinato dall’Università di Manchester, secondo cui i meteoriti formati agli albori del Sistema solare circa 4,5 miliardi di anni fa potrebbero fornire indizi cruciali per indagare non solo l’inizio della vita sul nostro pianeta, ma anche la potenziale abitabilità di altri mondi.
I risultati, pubblicati su Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America (Pnas), mostrano in particolare che le cosiddette condriti carbonacee sono ricche di composti organici che probabilmente hanno la stessa età del nostro sistema planetario. Gli scienziati hanno analizzato la formazione isotopica dell’ossigeno intrappolato in questi specifici meteoriti, in particolare in campioni provenienti dalla collezione del Muséum National d’Histoire Naturelle di Parigi. In questo modo il gruppo di ricerca è potuto risalire all’origine del materiale organico contenuto nelle condriti, costituiti da elementi essenziali per lo sviluppo delle forme viventi: carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto e zolfo.
“I condridi – spiega Romain Tartèse, leader dello studio – sono come istantanee del giovane Sistema solare, e per questo forniscono informazioni chiave su come i protopianeti e i pianeti si sono formati ed evoluti nel tempo.” Il nuovo studio ha permesso così di scovare, a partire dall’analisi di questi antichi testimoni delle prime fasi del nostro sistema planetario, la ‘firma’ dei primi processi biologici alla base della vita.