“Un tunnel al posto del ponte, sovrastato da un grande parco urbano sulle sponde del Polcevera dove poter ricordare anche le vittime del crollo. Una soluzione più sicura, ecologica e funzionale che potrebbe andare a rinforzare la vocazione turistica e culturale di Genova, nei luoghi dove un tempo sorgevano l’Ansaldo e la Mira Lanza“: lo propone, sul Corriere della Sera, l’architetto Sandro Maccallini, laureato alla Sapienza di Roma.
L’idea richiama il tunnel sotto la Manica o il traforo del Monte Bianco ma con tre “sezioni”: una ferrata, l’altra camionabile e la terza veicolare “perché il trasporto pesante di merci a lunga percorrenza va evitato, soprattutto nell’attraversamento dei grandi centri urbani“.
Il tunnel interrato sarebbe “immediatamente cantierabile non interferendo con la circolazione e la vita di superficie. Eliminerebbe i rischi legati a pioggia, ghiaccio e vento riducendo il numero degli incidenti. Risparmi anche sui costi di manutenzione della struttura con impatto zero sul fronte dell’inquinamento acustico e atmosferico. Insomma, un nuovo modello di città con una vivibilità a misura d’uomo distinta dalla città dei commerci marittimi e dell’industria“.
Il piano dell’architetto consentirebbe “la conservazione delle case e degli insediamenti sotto il Ponte Morandi che al momento rischiano di essere abbattuti. Immagino un enorme giardino lungo il Polcevera che riesca a valorizzare la parte abitata e possa rappresentare anche simbolicamente la tranquillità e la fiducia di cui i genovesi hanno davvero bisogno“.