Un possibile segnale del Parkinson, malattia neurodegenerativa, potrebbe trovarsi negli occhi: chi è affetto dalla patologia perde gradualmente le cellule cerebrali che producono dopamina, una sostanza che aiuta a controllare il movimento e ora, uno studio condotto dal Seoul Metropolitan Government-Seoul National University Boramae Medical Center, ha rilevato che l’assottigliamento della retina sembrerebbe legato proprio alla perdita di queste particolari cellule cerebrali.
Lo studio, pubblicato online su Neurology, ha coinvolto 49 persone con un’età media di 69 anni a cui era stato diagnosticato il Parkinson in media due anni prima, confrontandole con altre 54 senza la malattia.
I ricercatori hanno sottoposto ciascun partecipante a un esame oculistico completo, a scansioni oculari ad alta risoluzione, e a tomografia ad emissione di positroni per misurare la densità delle cellule produttrici di dopamina nel cervello.
Si è così scoperto che, in coloro che hanno il Parkinson, la retina si assottiglia, in particolare nei due strati interni dei cinque complessivi.
I ricercatori però precisano che “sono necessari studi più ampi per confermare i risultati e per determinare il motivo per cui l’assottigliamento della retina e la perdita di cellule produttrici di dopamina siano collegate“.