Il crollo del ponte a Genova ha scatenato la psicosi sui social, in riferimento alla principale strada di accesso a Catanzaro, opera dell’ingegnere Riccardo Morandi, il progettista del ponte crollato oggi a Genova: si chiama Viadotto Bisantis, ma è chiamato da tutti “Ponte Morandi“.
Il viadotto di Catanzaro, realizzato dalla So.Ge.Ne di Roma, fu inaugurato nel 1962 ed in poco tempo è diventato il simbolo della città anche per alcune caratteristiche che, soprattutto all’epoca, lo rendevano unico nel suo genere.
E’ un ponte ad arco costruito su una sola arcata in calcestruzzo armato ed al momento dell’inaugurazione era il primo ponte al mondo in calcestruzzo armato per l’altezza ed il secondo per luce. Adesso, per l’altezza, è il secondo ponte in Europa con quelle caratteristiche.
Il fatto che il viadotto crollato e quello catanzarese siano stati concepiti dallo stesso progettista è l’unito punto in comune fra i due manufatti, le cui strutture sono completamente differenti, ma tanto è bastato per scatenare fra i catanzaresi timori infondati, riversati sul web, per la tenuta dell’opera. L’ingegner Marco Moladori, responsabile dell’area compartimentale Anas per la Calabria, interpellato dall’Agi, rassicura tutti: il viadotto Morandi-Bisantis è oggetto di costante monitoraggio, “un’opera straordinaria sotto tutti i punti di vista che va preservata per noi e per i nostri figli“. “Da due anni meta’ del nostro budget e’ destinata alla manutenzione delle opere d’arte, e fra queste rientra il Morandi di Catanzaro, a cui sono destinati 3 milioni 400.000 euro in 3 lotti: la prima tranche di interventi, pari a un milione, e’ gia’ in corso. A settembre inizieranno altri lavori per un milione 400.000 euro. Si tratta di interventi necessari per prevenire il degrado dell’opera, nell’ambito di una programmazione che non puo’ essere dettata dall’emergenza, ma dev’essere pluriennale“.