I genitori tarantini scrivono al ministro della Salute Giulia Grillo per denunciare la grave situazione che sta vivendo la città e chi abita nei quartieri vicino l’Ilva: “Il piombo nel sangue dei bambini, gli inquietanti e sospetti disturbi del neurosviluppo nei bimbi che vivono nei quartieri a ridosso della zona industriale, e il naftalene nelle urine delle donne di Taranto, sono solo alcuni esempi – denunciano i genitori tarantini – che dovrebbero fare agire il Governo italiano, del quale lei è parte attiva, senza perdite di tempo”. Nella lettera pubblicata sul ‘Corriere di Taranto’, l’associazione chiede un incontro urgente al ministro Grillo, “accompagnati da una delegazione di medici”.
“Un’insana gara ha visto i governi degli ultimi anni affannarsi per inventarsi decreti legge su decreti legge pur di ottenere un unico obiettivo: tenere viva una produzione considerata ‘strategica’ in una fabbrica ormai morta – sottolinea la lettera – dare ossigeno a un cadavere, togliendolo ai vivi, fino ad annullare le libertà fondamentali e i diritti inalienabili dei cittadini per favorire un’attività ad altissimo e insopportabile tasso di inquinamento letale. A tale scopo, la prevista immunità penale per i commissari governativi, estesa anche al prossimo acquirente privato, suona come la campana a morto per la Costituzione italiana”.
“Un pezzo alla volta, Taranto viene svuotata, ferita, usata come una prostituta che neppure viene pagata – denuncia la lettera – Uno alla volta, i nostri giovani vengono costretti a partire per altri lidi, lasciando qui una popolazione sempre più vecchia e malata. Questo è solo parte di quello che sta succedendo da decenni; eppure, basterebbe una sola considerazione, un unico spot che illumina una realtà insopportabile: i genitori che piangono i figli che non ci sono più, da quelli appena nati a quelli un po’ più grandi, in un massacro che è, alla fine, la più grande offesa che un popolo possa fare a se stesso. Ogni maledetto giorno porta lutti insopportabili ai tarantini; ogni giorno di maledetta produzione avvelena i nostri cari. I nostri referenti non sono i tecnici dell’acciaieria, ma i medici e i pediatri”.