Sarcoma, parla l’esperta: “La diagnostica e le terapie del futuro”

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Ogni anno in Italia vengono diagnosticati tra i 3 mila e i 3.500 nuovi casi di sarcoma, “tumore a elevata aggressività biologica e forte tendenza a sviluppare metastasi, che necessita di cure invasive e con potenziali effetti limitanti la qualità della vita”. Lo spiega Katia Scotlandi, coordinatrice del Working Group che in Alleanza contro il cancro si occupa di questa neoplasia. Ebbene, secondo l’esperta, il futuro diagnostico e terapeutico del sarcoma passa dalla genetica e dall’epigenetica.

Da una parte c’è la necessità di fornire ai pazienti diagnosi sempre più adeguate ed effettuabili in tutti gli ospedali del Ssn e, dall’altra, di proporre trattamenti innovativi. Per la cura del sarcoma, infatti, accanto alla chemioterapia – sostiene la ricercatrice che opera all’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna – sono proposti prevalentemente farmaci classici ad elevato dosaggio”.

Alle attività di ricerca del gruppo concorrono i principali Irccs italiani con expertise specifico nonché l’Italian Sarcoma Group per disegnare e attivare clinical trial in tutt’Italia.

“Stiamo lavorando per creare strumenti che consentano a tutte le strutture ospedaliere del Paese di fornire una diagnosi estremamente precisa e, di conseguenza, un trattamento ancor più idoneo di quanto accade oggi – spiega – Sul fronte delle terapie innovative, la cui individuazione passa attraverso la caratterizzazione genetica della patologia, abbiamo utilizzato un oncochip particolare che permette di rilevare con precisione e accuratezza prodotti di fusione genica noti e non noti. L’utilizzo associato della tecnologia Next Generation Sequencing (Ngs), seppur complessa, fornisce un dato di facile lettura consultabile anche dalle anatomie patologiche per diagnosi routinarie”.

“Il Working Group di Alleanza contro il cancro – conclude Scotlandi – è un momento unico e di grande valore nel panorama nazionale poiché consente a ricercatori di istituti differenti di lavorare in équipe per trasferire ai colleghi che operano in ambito clinico il frutto delle nuove conoscenze cellulari applicabili a trattamenti più efficaci e a tossicità ridotta”.

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