“Orgogliosi e felici del premio ad Alessio”: così Daniela Benincasa, preside del liceo classico Vivona di Roma, commenta l’assegnazione ad Alessio Figalli della Medaglia Fields.
“Contenti – spiega all’Agi la docente dell’istituto dove Figalli ha studiato – perché la nostra scuola ha contribuito a formare questo ragazzo. Per noi è un grande successo. In ogni caso, la tradizione del nostro liceo è stata rispettata”.
E una prof che lo ha conosciuto direttamente e avuto come alunno, è la docente di Scienze, Onoria Silei: “Lo ricordo molto bene – afferma – la sua era una classe di pochi alunni e lui era un ragazzo molto semplice, curioso, onesto e, manco a dirlo, molto bravo. La cosiddetta ‘bella mente’ con grandi potenzialita’. Ma l’aspetto curioso – spiega ancora la prof – è che, mentre gli altri alunni bravi manifestavano l’impegno che avevano messo nello studio, per lui sembrava tutto normale, tutto naturale, semplice”.
Una persona destinata al successo allora? “Mah, noi docenti siamo molto contenti di questa notizia – commenta ancora la professoressa Silei – ma mentirei se dicessi che non mi sorprende. Il suo percorso lo conosco, dopo il classico è andato a studiare alla Normale di Pisa, e non è cosa da poco. Si è laureato, se non ricordo male, anche in anticipo. Quindi è una mente, non c’è ombra di dubbio. Mi sorprendo fino a un certo punto, ero sicura che sarebbe andato lontano. Il collega di matematica che lo ha avuto? Ora è in pensione. Ma sappiamo bene che ovviamente anche in questa materia era bravo”.
Cinque anni di liceo classico, alle prese con il latino e il greco, le cosiddette “lingue morte”, giudicate spesso inutili che invece, ecco qui, si confermano utilissime per la formazione e apertura mentale che sono in grado di sviluppare in un giovane studente.
Si dice che alla fine chi fa il liceo classico, può davvero poi fare tutto: “Proprio così – afferma la professoressa Silvia Scarelli, collaboratrice di presidenza – grazie anche ad Alessio Figalli abbattiamo un brutto luogo comune, ovvero che al classico si va perché non ci si ritiene in grado di affrontare le materie scientifiche e quindi si scelgono lingue considerate spesso ed erroneamente inutili. Ecco qui sfatato un pregiudizio. Ecco dimostrato come chi va al Classico, non lo frequenta solo perché ama le materie umanistiche ma perché comprende di avere la possibilità di acquisire un patrimonio utile alla formazione della sua mente.
Il classico dà un contributo notevole all’acquisizione di competenze logiche, interpretative, aiuta ad avere una visione sincronica e diacronica. E tutto questo permette di arrivare a risultati brillanti anche in materie come la matematica, la fisica, le scienze o l’informatica”.
Ancora, parlando con i prof del Vivona, si scopre che Alessio Figalli è figlio di una ex docente di latino e greco di quella scuola: “Vedete? La formazione che ha ricevuto anche in casa – afferma la professoressa Scarelli – con una madre insegnante di latino e greco, sicuramente ha contribuito. Sono molti i feedback che riceviamo dai ragazzi che usciti dal Classico vanno a fare spediti Ingegneria, Matematica o Fisica. Alessio Figalli è sicuramente una mente geniale, fuori dal comune, ma è anche la dimostrazione che con lo studio delle lingue antiche, con la formazione che garantiscono si può andare lontano. Le traduzioni di latino e greco sono un vero e proprio esercizio di problem solving, il greco è una lingua molto geometrica, non dimentichiamo che in Grecia è nata la geometrica euclidea”.