“Il paese non c’è più. Sotto le macerie ci sono decine di persone“, furono le prime parole del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, due anni fa, il 24 agosto 2016, pochi minuti dopo il boato e la scossa delle 03:36, mentre intorno a lui c’erano macerie.
Dal primo terribile terremoto che ha distrutto Amatrice, Accumoli, Arquata, altri Paesi vicini, e ha provocato la morte di 299 persone, continua incessante il lavoro di centinaia di uomini e donne che rimuovono macerie e mettono in sicurezza l’area per ridare un volto ai borghi feriti e ancora distrutti.
Dei 299 morti, 242 erano ad Amatrice e molti alloggiavano nello storico Hotel Roma, al completo per la sagra dell’amatriciana che si sarebbe festeggiata due giorni dopo.
L’evoluzione della sequenza ha visto tre scosse principali: la prima, di magnitudo Mw 6.0, il 24 agosto 2016 con epicentro vicino ad Amatrice (RI); la seconda, di magnitudo Mw 5.9, il 26 ottobre 2016 in prossimità di Visso (MC), la terza, di magnitudo Mw 6.5, il 30 ottobre con epicentro nei pressi di Norcia (PG). Successivamente, ci sono state due importanti riprese della sismicità il 18 gennaio 2017 nella zona sud di Campotosto (AQ) e il 10 aprile 2018 nella zona di Muccia e Pieve Torina (MC).
Sono 602 gli edifici demoliti e oltre 150.500 le tonnellate di detriti rimossi solo nell’ultimo anno.