Per la prima volta, la Fda americana ha autorizzato la vendita di una App per la contraccezione, scatenando non poche polemiche. L’Applicazione si chiama ‘Natural Cycles‘ e promette un “controllo delle nascite efficace e naturale” attraverso il monitoraggio dei cicli mestruali dell’utilizzatrice, permettendo di identificare, in particolare attraverso la misurazione della temperatura corporea, la fase ovulatoria. L’utilizzatrice deve quindi fare affidamento sui calcoli dell’algoritmo che segue i suoi cicli ormonali.
La App, ‘made in Svezia’, indica i periodi a rischio gravidanza o meno con il colore rosso e quelli senza rischio in verde, promettendo un’efficacia del 93%, che dovrebbe consentire all’utilizzatrice di avere rapporti sessuali senza restare incinta e senza usare farmaci contraccettivi come la pillola. La donna deve solo misurare la temperatura con un termometro che viene dato in omaggio. La diffusione della App, però, ha da subito avuto strascichi polemici e non solo. Primo problema: è finita nel mirino delle autorità sanitarie svedesi, la cui Agenzia del Farmaco ha aperto un’inchiesta, all’inizio del 2018, dopo le segnalazioni di diversi ospedali del paese relativi a gravidanze non desiderate: ben 37 donne svedesi si sono sottoposte ad aborto dopo essere rimaste incinte mentre utilizzavano ‘Natural cycles’ come metodo contraccettivo. L’azienda si difesa precisando che la App era stata approvata come dispositivo medico con tanto di marchio CE.
Ma anche oltreoceano molti professionisti americani non hanno nascosto la loro preoccupazione rispetto all’ok della Fda della App, la cui comunicazione è ritenuta da alcuni “aggressiva”. Lauren Streicher, direttrice del Northwestern Medicine Center for Sexual Medicine and Menopause di Chicago è tra questi. L’esperta ritiene che un metodo contraccettivo che richiede la misurazione della temperatura ogni mattina al risveglio “è estremamente impraticabile” perché alcuni fattori aleatori come “il freddo, il semplice fatto di alzarsi prima di mettere il termometro può falsare i risultati dell’applicazione“, rendendo così le previsioni di fertilità meno precise, osserva Streicher.