Nonostante le rassicurazioni delle autorità svizzere dopo il disastro di Genova, secondo quanto riportato oggi dal “Sonntagsblick“, anche in Svizzera vi sono ponti e viadotti autostradali che necessitano, con una certa urgenza, di essere risanati: circa 40 strutture, ossia l’1% circa del totale, presentano elementi che sono in uno “stato critico”.
Il quotidiano spiega di avere potuto consultare il nuovo Rapporto sullo stato delle strade nazionali, che sarà pubblicato a settembre dall’Ufficio federale delle strade: si cita in particolare il viadotto di collegamento tra Fully e Saxon, nel Basso Vallese, una costruzione lunga 260 metri risalente agli anni ’70 e ispezionata nel 2014, della quale diversi piloni di sostegno in calcestruzzo presenterebbero danni da corrosione.
Interpellato dopo il disastro del ponte Morandi a Genova parzialmente crollato il 14 agosto, il direttore dell’Ufficio federale delle strade Jürg Röthlisberger aveva rassicurato: ponti e viadotti autostradali svizzeri sono sottoposti a ispezioni regolari approfondite almeno ogni cinque anni, e non rappresentano un pericolo particolare, nemmeno quelli degli anni ’60, essendo stati adattati alle norme di sicurezza. A “SonntagsBlick” Röthlisberger ha dichiarato che nel Paese non ci sono ponti pericolosi e non lo sono nemmeno i circa 40 menzionati dal quotidiano: “Se una costruzione fosse in condizioni allarmanti, se per esempio elementi portanti del ponte fossero danneggiati, lo chiuderemmo subito e daremmo avvio al risanamento. Nessuna costruzione nella rete nazionale svizzera è in un così cattivo stato, se così non fosse non avremmo fatto bene il nostro lavoro“. Riguardo al viadotto tra Fully e Saxon, Röthlisberger ha precisato che è stato ispezionato nel 2009 e nel 2014 e che è “generalmente in buone condizioni“, nonostante i danni riscontrati, che dovranno essere risanati nei prossimi due anni.