“Abbiamo una capacità di ricerca tecnico-scientifica gigantesca, come paese Italia, CNR, università. Abbiamo esempi concreti di gestori che in alcune parti d’Italia utilizzano modi per ridurre del 70% la perdita di acqua con attività non invasive sulle tubature. Mettiamoli a sistema“: lo ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa in un’intervista a Riccardo Iacona. L’acqua è protagonista della prima puntata della nuova stagione di ‘Presadiretta‘, in onda lunedì 3 settembre su Rai3 alle 21.15. Come si può gestire l’acqua se i gestori sono più di 2mila? “Se parliamo di acqua pubblica, va declinato anche il come. Il rapporto sul privato deve essere un rapporto di pieno monitoraggio del pubblico, e di indirizzo. L’atto di indirizzo non è semplicemente l’astratta forma di una circolare o di un decreto ministeriale, è proprio declinare concretamente cosa si fa e come si fa“. “Vuol dire che il privato deve essere organizzativamente forte. Se immagino di vedere nel tempo una gestione total public, oggi non può essere così, ci sono delle contrattualistiche che esistono, ma è vero che dove si è lavorato bene si è lavorato bene. L’importante è che tipo di servizio rendi e come lo rendi al pubblico“. Su come trovare i soldi che sono mancati al sistema per investirli in reti idriche, innovazione, tecnologia, il ministro ha le idee chiare: “Intanto la devono pagare tutti, perché noi abbiamo in molte parti d’Italia un’evasione contributiva troppo forte. E vediamo quanto recuperiamo. Poi abbiamo la possibilità di attingere a fondi europei, perché non lo facciamo?”
Nell’agenda del ministro c’è un altro tema importante, la geotermia: “Sono andato a dirlo in Europa, dobbiamo decarbonizzarci, togliere la CO2. La CO2 deve diminuire del 15% nel 2025, ma nel 2030 del 40%, oltre l’accordo di Parigi. Il metano ci è utile per passare dalla fase 1 alla fase del total electric. In parallelo ho istituito (il 5 o 6 settembre) una commissione di sburocratizzazione ambientale, non solo con l’establishment ambientale e pubblica ma anche con le imprese. L’impresa che fa ambiente deve dire alla pubblica amministrazione quali sono gli intoppi che ha, per sburocratizzare, cioè fare in modo che si vuole impegnare in questo settore ambientale lo possa fare velocemente. Se io faccio la commissione dove metto dentro anche gli imprenditori vuol dire che lo voglio fare“.