Si torna a parlare di malattia di Dupuytren e del trattamento non chirurgico con collagenasi di Clostridium histolyticum. Il tema è stato scelto come momento di dibattito e confronto tra specialisti di tutti i Paesi, in occasione del 73° Congresso della American Society for Surgery of the Hand (ASSH). A proporlo, la Società Italiana di Chirurgia della Mano (SICM) ospite d’onore internazionale di questa edizione.
In dettaglio, il 15 settembre una tavola rotonda vedrà i maggiori esperti di questa malattia discutere degli straordinari risultati clinici ottenuti in questi anni grazie all’utilizzo della collagenasi. Si tratta di Marie Badalamente e Lawrence Hurst, inventori della terapia, di Giorgio Pajardi e Chiara Parolo, rispettivamente Direttore e chirurga della mano del reparto di Chirurgia e Riabilitazione della Mano dell’Ospedale San Giuseppe, Università degli Studi, Gruppo MultiMedica di Milano, diBruno Battiston, Presidente SICM, e degli specialisti Franco Bassetto e Cesare Tiengo (Padova), Maddalena Bertolino (Torino) e Nicola Felici (Roma).
«La SICM è stata invitata ufficialmente come “International Guest Society”, un importante riconoscimento dato solo alle società scientifiche che, per qualità e partecipazione attiva allo sviluppo della chirurgia della mano, si siano distinte in modo particolare a livello internazionale – afferma il dottor Battiston, Presidente della Società -. La partecipazione italiana avverrà attraverso letture magistrali, corsi di istruzione, tavole rotonde, in cui verranno presentate le esperienze dei vari Centri italiani di chirurgia della mano, confrontandole con quelli americani. Diversi i campi in cui l’eccellenza italiana porterà un importante contributo, uno fra tutti quello del trattamento dei traumi. L’organizzazione del sistema sanitario italiano ha consentito la formazione di reti ospedaliere che indirizzano i pazienti con lesioni acute a livello della mano e dell’arto superiore nella struttura più adeguata. Questo modello non solo ci è invidiato dagli americani ma consente di sviluppare esperienze di alto livello a partire da lesioni relativamente poco complesse come le fratture del polso e della mano fino ai reimpianti di segmenti amputati dell’arto superiore».
Tornando alla malattia di Dupuytren, si tratta di una patologia cronica e progressiva, che provoca la comparsa di noduli nella fascia palmare. Questi, progressivamente, formano un cordone fibromatoso sottocutaneo che si dispone sopra i tendini, causando la flessione permanente e progressiva di una o più dita, con conseguente rigidità articolare. La collagenasi di Clostridium histolyticum è un enzima che permette, con una sola iniezione, di rompere la membrana di collagene provocata dalla malattia di Dupuytren, ripristinando la funzionalità della mano in tempi brevi.
Il professor Pajardi e la dott.ssa Parolo, tra i maggiori esperti italiani di questo trattamento, hanno seguito e coordinato la fase sperimentale d’ingresso in Italia della collagenasi per il trattamento del Dupuytren. L’Ospedale San Giuseppe è stato il Centro coordinatore della sperimentazione e ha raccolto dal 2010 un’importante casistica (oltre 2.200 persone) di pazienti trattati con collagenasi.
«Presso il nostro reparto abbiamo sviluppato uno studio retrospettivo sui risultati dell’uso della collagenasi nei casi complessi di malattia di Dupuytren – spiega Parolo –. Per il congresso ASSH 2018 a Boston in occasione del quale la SICM è la società straniera ospitata, abbiamo inviato tutto il lavoro da noi condotto che verrà presentato come poster e siamo lieti di affermare che l’ASSH lo ha scelto come “Top International Guest Society Poster”, ciò significa che verrà stampato e esposto durante tutta la durata del Congresso».
La tavola rotonda di Boston sarà anche l’occasione per presentare il libro “Collagenase in Dupuytren Disease” firmato dal professor Pajardi, dalla prof.ssa Badalamente e dal professor Hurst, Springer 2018. Gli autori offrono un punto scientificamente significativo e autorevole sugli oltre dieci anni di utilizzo di questa terapia.
«È ormai assodato che il trattamento con collagenasi porta ottimi risultati clinici già il giorno seguente la prima iniezione ripristinando la normale estensione dell’arto e, di conseguenza, portando a un completo recupero delle normali funzionalità della mano– afferma Pajardi -. Basta una semplice seduta in cui lo specialista inietta l’enzima nel punto in cui è presente la corda distruggendola, grazie alla sua capacità di scissione e di disgregazione delle fibre di collagene, senza dover sottoporre il paziente a un doloroso e, spesso, complesso intervento chirurgico. Successivamente, si procede con il percorso di riabilitazione che l’individuo, una volta indirizzato dal fisioterapista, può gestire in autonomia a casa propria, in accordo e sotto il controllo settimanale di un terapista della mano e con il supporto di un tutore di correzione notturno».
Grazie alla sua decennale esperienza nel trattamento di questa patologia, sono molti i pazienti che ogni anno si rivolgono presso il reparto di Chirurgia della Mano dell’ospedale San Giuseppe per un consulto. Per questo, nel 2016 è stato fondato ilCentro Italiano per la Cura del Morbo di Dupuytren, basato su un passato di grande esperienza nel trattamento chirurgico del Dupuytren e su un presente in cui la cordotomia enzimatica mediante iniezione di collagenasi ha soppiantato le tecniche più invasive affermandosi come gold standard di trattamento sia in Italia che all’estero.
Conclude il professor Pajardi: «È fondamentale intervenire tempestivamente dopo la comparsa dei primi sintomi della malattia di Dupuytren. Oggi, infatti, che è possibile evitare l’intervento chirurgico, è inutile aspettare rischiando di andare incontro a rigidità articolari con un danno evitabile».