Il supertifone Mangkhut, il più potente dell’anno per l’Asia, si è abbattuto con tutta la sua violenza oggi sulle Filippine, producendo un bilancio provvisorio di 13 morti, per poi prendere la direzione di Hong Kong e della provincia cinese di Guangdong. Lo hanno riferito le autorità, secondo cui due soccorritori, un 13enne ed una famiglia di quattro persone sono morte nelle province settentrionali di Benguet e Nueva Vizcaya. Altre cinque persone sono morte nei pressi di Baguio City, dove si contano anche cinque dispersi, mentre il cadavere di una ragazzina è stato rinvenuto sotto un ponte nella città di Pasig, non lontano da Manila.
La parte settentrionale dell’isola di Luzon, la principale dell’Arcipelago filippino, ha finora pagato il prezzo più alto. Sono 105mila le persone costrette a lasciare le loro case. Il capo della difesa civile nazionale filippina Ricardo Jalad, ha comunque chiarito che il bilancio “andrà oltre”.
L’aeroporto di Tuguegarao è stato gravemente danneggiato. Dopo aver battuto le Filippine coi suoi venti che hanno raggiunto un massimo di 330 km all’ora, il tifone si è diretto verso il continente. A Taiwan una donna è caduta in mare. A Hong Kong è stata ricchiesta la massima attenzione, così come a Taiwan, dove però il tifone non è atteso con la stessa virulenza. La compagnia aerea honkonghese Cathay Pacific ha cancellato più di 400 voli. In Cina, secondo quanto riferisce il South China Morning Post, sono state messe in campo azioni per rafforzare le difese di due centrali nucleari – Yangjiang e Taishan – che sono sul percorso previsto di Mangkhut.