Si aggrava il numero delle vittime a Hokkaido, provocate dal terremoto magnitudo 6.7 che ha colpito nella notte di mercoledì l’isola nel nord del Giappone: i morti sono 18, secondo i dati ufficiali del governo, mentre i dispersi sono 24.
Particolarmente colpito il villaggio di Atsuma, da cui provengono tutti i dispersi e gran parte delle vittime. All’opera per le operazioni di soccorso ci sono vigili del fuoco, agenti di polizia e soldati delle Forze di Auto-Difesa: la ricerca dei sopravvissuti sotto le macerie avviene anche con l’aiuto di ruspe e dei cani.
Numerose le repliche durante la notte, fino a 93 rilevate dall’Agenzia meteorologica nazionale, che tra l’altro non esclude un sisma fino a magnitudo 7 nella prossima settimana.
L’aeroporto di Sapporo ha riaperto nella prima mattinata di venerdì, e le linee dei treni super veloci Shinkansen dovrebbero tornare in funzione da mezzogiorno. Intenso lavoro per riavviare ii trasporti pubblici.
Oltre trecento ospedali sono senza corrente elettrica e circa 40mila abitazioni sono senza acqua corrente, secondo un bilancio della prima mattina di oggi, ora locale, ripreso dall’agenzia di stampa Kyodo. Il ministero dell’Industria ha reso noto che una centrale termica e una idroelettrica sono state riavviate, riuscendo a fornire circa 470.000 kilowatt di elettricità, e l’obiettivo è quello di ripristinare una capacità di 1,5 milioni di kilowatt.
Il sisma è stato l’ultimo di una serie di disastri naturali che hanno colpito il Paese, dove circa 220 persone sono morte per le piogge torrenziali, e almeno 116 sono rimaste vittime della successiva ondata di caldo record, con temperature ai massimi dal 1946. Martedì scorso, sul versante occidentale, si è abbattuto il tifone Jebi, il più forte dal 1993 a colpire il Giappone, che ha provocato 11 morti e 120 feriti, oltre a forti danni nell’area interessata dal suo passaggio.