Si aggrava il bilancio (provvisorio) delle vittime del forte terremoto che ha colpito l’isola di Hokkaido, nel nord del Giappone (epicentro a circa 60 km a sudest del capoluogo, Sapporo, a circa 40 k di profondità): 9 le vittime, ben 300 i feriti e almeno 30 dispersi.
Per i soccorsi sono stati dispiegati 25 mila soldati, ha assicurato il primo ministro, Shinzo Abe: “Faremo del nostro meglio per salvare vite umane“, ha dichiarato.
Almeno 2400 persone hanno trovato alloggio temporaneo nei centri per l’evacuazione allestiti in oltre 300 località.
La scossa ha provocato l’interruzione della corrente elettrica per quasi 3 milioni di persone, la chiusura dell’aeroporto di Sapporo e di diverse arterie stradali, e l’interruzione dei servizi ferroviari veloci Shinkansen e degli autobus pubblici.
L’Agenzia di regolamentazione del Nucleare ha reso noto che la centrale nucleare di Tomari non presenta anormalità: l’impianto di raffreddamento era stato disattivato dopo la prima scossa, ma è stato ripristinato alle 13.
Il maggiore numero di vittime (6) si è registrato nel villaggio di Atsuma, il più colpito dal sisma: immagini aeree del villaggio mostrano l’entità delle frane staccatesi dopo le scosse con lingue di terra che si sono riversate da una collina su un centro abitato travolgendo le abitazioni.
Le vittime del sisma si vanno ad aggiungere a vittime e feriti causati dal tifone Jebi, considerato il più potente degli ultimi 25 anni.