Se pensiamo a un decennio fa, potrebbe sembrare che siano diminuite le notizie riguardanti il buco nello strato di ozono che ogni anno si forma sopra l’Antartide. Nonostante ciò, questo non significa affatto che il buco sia scomparso. Il prossimo 16 settembre, per celebrare la Giornata Internazionale per la Salvaguardia dello Strato di Ozono, Copernicus AtmosphereMonitoring Service (CAMS) – attuato dallo European Centre for Medium-Range WeatherForecasts (ECMWF) per conto della Commissione Europea – rilascerà un video esclusivo che spiegherà il ruolo dello strato di ozono, il motivo per cui questo si espande in inverno e primavera e gli strumenti e le tecnologie che CAMS utilizza per monitorarlo quotidianamente. Verrà inoltre resa pubblica una pagina web dedicata tramite cui accedere alle più recenti informazioni circa la progressiva formazione del buco dell’ozono. Per la prima volta si avrà quindi modo di visualizzare il buco dell’ozono attraverso un’animazione di rendering 3D, realizzata sulla base dei dati restituiti da CAMS, che verranno poi aggiornati su base settimanale.
Le concentrazioni di idrocarburi idrogenati (CFCs, HCFCs e halon) sono aumentate nell’atmosfera fino agli anni ’80, quando si è iniziata a osservare ogni anno la comparsa di buchi nell’ozono. Le emissioni di sostanze dannose per l’ozono (Ozone Depleting Substances – ODS) erano causate dal loro ampio impiego nella produzione di frigoriferi, aerosol, solventi e altri prodotti a partire dalla metà degli anni ’50. Il Protocollo di Montreal, accordo internazionale per la messa al bando dell’utilizzo di idrocarburi idrogenati, firmato nel settembre 1987 ed entrato in vigore nel 1989, ha permesso di limitare le concentrazioni di ODS e di avviare il recupero dello strato di ozono. Ratificato da 196 Stati e dall’Unione Europea, il protocollo è un eccellente esempio di quanto possa essere ottenuto dalla cooperazione internazionale. Tuttavia, è fondamentale assicurare un monitoraggio continuo al fine di garantire che questi progressi vengano mantenuti, in particolar modo dal momento che saranno necessari almeno altri quattro decenni prima che lo strato di ozono torni al proprio stato preindustriale.
CAMS unisce le informazioni provenienti da una serie di satelliti e stazioni in-situ con modelli dettagliati e computerizzati dell’atmosfera, al fine di offrire informazioni di qualità circa lo stato dell’ambiente atmosferico.
Per via di congiunzioni metereologiche naturali, il buco dell’ozono si espande quando è inverno all’altezza dell’emisfero australe, al di sopra dell’Antartide. Il video offerto da CAMS – realizzato per sostenere la Giornata Internazionale per la Salvaguardia dello Strato di Ozonodel prossimo 16 settembre, data che coincide con l’anniversario della storica firma del Protocollo di Montreal – spiega perfettamente il formarsi di questo fenomeno e come aumentino le radiazioni ultraviolette potenzialmente dannose che penetrano l’atmosfera terrestre.