Indonesia devastata da terremoto e tsunami: si temono migliaia di vittime, adesso è allarme epidemie [FOTO e VIDEO]

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E’ una tragedia quella che si sta consumando in queste ore in Indonesia: mentre il bilancio delle vittime di terremoto e tsunami è arrivato a 832 morti accertati e sembra destinato a salire, continua la corsa contro il tempo per salvare eventuali sopravvissuti, mentre vengono sotterrati i cadaveri per evitare la diffusione di malattie.

Il paese è devastato: una delle zone maggiormente provata è Palu, dove le autorità temono che sotto le macere di un hotel crollato potrebbero trovarsi più di 50 persone. Nella zona ieri si sentivano voci che invocavano aiuto e pianti di bambini: uno scenario spettrale. Come se non bastasse alcune zone sono, ad oggi, ancora irraggiungibile, rendendo complicati sia i soccorsi che una reale percezione del disastro.

“Il numero delle vittime continuerà ad aumentare”, ha affermato il portavoce dell’agenzia per la gestione dei disastri, Sutopo Purwo Nugroho. “Oggi inizieremo le sepolture di massa delle vittime, per evitare la diffusione delle malattie“, ha anche spiegato. Questo è un altro grande rischio da scongiurare: le epidemie che causerebbero un’ecatombe di vaste proporzioni.

Gli obitori scarseggiano e i cadaveri restano all’aperto, in pieno sole, parzialmente coperti in attesa di essere riconosciuti e reclamati dalle famiglie. L’agenzia per i disastri ha anche specificato che si ritiene 71 stranieri (bilancio rivisto dal dato iniziale di 61) si trovassero a Palu: la maggior parte è in salvo, mentre tre francesi e un sudcoreano risultano ancora dispersi e potrebbero trovarsi proprio nell’hotel raso al suolo.

Fonti della Farnesina riferiscono che al momento non risultano italiani tra le vittime e i dispersi. L’Unità di Crisi del ministero, in stretto raccordo con l’ambasciata italiana e le autorità locali, ha seguito sin dall’inizio dell’evolversi della situazione e continua a svolgere ogni opportuna verifica, anche in considerazione delle condizioni dell’area.

Il presidente Joko Widodo ha visitato la regione, esortando a lavorare “giorno e notte” per recuperare tutti coloro che possano ancora essere salvati. Ma il portavoce dell’agenzia dei disastri ha sottolineato che la forza delle braccia e l’impegno non sono sufficienti: “Le comunicazioni sono limitate, i macchinari anche, non è abbastanza per il numero di edifici crollati”.

Il lavoro dei soccorsi è ulteriormente aggravato dalla mancanza di corrente elettrica e di equipaggiamenti. I sopravvissuti sono costretti a trascorrere la terza notte all’aperto, mentre i saccheggi dei negozi proseguono nel contesto di scarsità di alimenti e acqua potabile.

Tuttavia, almeno a Palu, agglomerato di 350 mila abitanti sulla costa occidentale di Sulawesi, la situazione è chiara. E’ lì infatti che sono state identificate la maggior parte delle vittime: la zona è disseminata di carcasse di veicoli, edifici ridotti a cumuli di macerie, alberi sradicati e linee elettriche abbattute, che riflettono la violenza delle scosse avvertite centinaia di chilometri di distanza, e l’ondata che ha spazzato via ogni cosa.

Preoccupa fortemente la situazione della regione di Donggala, più a Nord, che rimane ancora poco raggiungibile. Le immagini satellitari hanno mostrato gravi danni ai porti, con navi trascinate sulla terraferma, ponti crollati, strade bloccate da frane. Varie Ong internazionali sono intervenute, mentre l’Unione europea ha annunciato 1,5 milioni di euro in aiuti immediati.

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