Che cosa facevi il 23 novembre del 1980 alle 19.34? A molti questa domanda sembrerà folle ma i campani ed i lucani della mia generazione, lo ricordano benissimo dove erano e cosa facevano in quel preciso istante. Forse è stato in quel momento che io ho deciso di fare il geologo ed occuparmi di rischi geologici, dopo quella scossa di terremoto, dopo quegli interminabili 90 secondi, dopo i 2735 i morti e i 9000 feriti, dopo i 394.000 i senzatetto (fonte INGV).
Quel giorno cambiò per sempre la vita di molti.
Ricordo ancora un commilitone di San Mango Sul Calore che la notte non dormiva più sia a causa del dolore per la perdita del fratello che in quel tragico 23 novembre del 1980 trovò la morte, sia per il senso di colpa che lo attanagliava per aver ceduto al fratello il posto nel lettone in quella camera da letto dei genitori che venne inesorabilmente distrutta.
Dopo un terremoto c’è sempre qualcuno che racconta di aver notato, nei momenti che precedono l’evento sismico, comportamenti strani e irrequietezza nei propri animali domestici. Ma gli animali possono prevedere il terremoto? Una simile ipotesi può avere una validità scientifica? La risposta è ovviamente NO, non è mai stato provato una relazione diretta tra il comportamento strano degli animali e gli eventi sismici. Ma corrisponde alla realtà però che i rospi degli stagni nei dintorni dell’Aquila sono scomparsi prima del terremoto. Quindi? Cosa succede prima di un terremoto? È stato provato già da tempo che prima di un sisma aumenta la quantità di gas Radon emessa dal suolo e si pensa che sia proprio quel gas responsabile del comportamento strano degli animali e all’olfatto particolarmente sviluppato di quest’ultimi.
Il Radon è presente nel sottosuolo, intrappolato nelle rocce e i movimenti del sottosuolo che precedono un grosso evento sismico, possono aumentarne la quantità. Tuttavia, dagli anni settanta, da quando sono iniziati gli studi sul legame tra gas Radon e terremoti, non si è riusciti a trovare una correlazione diretta tra i due fenomeni nel senso che, spesso aumenti sensibili di gas Radon non sono stati seguiti da scosse di terremoto, così come terremoti anche di grossa intensità sono stati preceduti da aumenti irrilevanti delle concentrazioni di Radon in atmosfera. Quindi è ancora vero che i terremoti non si possono prevedere.
Allora? Che fare? L’unica strada percorribile è la prevenzione e la conoscenza di comportamenti da adottare prima, durante e dopo un terremoto.
Prima
È importante sapere com’è costruita la propria casa e di conseguenza qual è la parte più sicura. Se è in cemento armato il posto più sicuro è sotto una trave o vicino un pilastro, bisogna stare lontano dalle scale e dal centro delle stanze. Se è in muratura il posto più sicuro è vicino ad un muro portante, di solito i muri perimetrali o il muro che sorregge la scala. Ma le case in muratura, fatte prima della normativa antisismica, spesso sono state oggetto di interventi come sopraelevazioni, in questi casi se la sopraelevazione è stata fatta in cemento armato la casa è poco sicura, anzi non lo è per niente, infatti, in caso di sisma il peso della sopraelevazione schiaccerà il piano terra. Quindi se si vive in una casa in muratura che si deve fare? Si deve contattare un tecnico che ne verifichi le condizioni ed eventualmente rinforzare i muri portanti o migliorare i collegamenti fra pareti e solai o incatenare i muri.
Ecco i consigli della protezione civile:
- Allontana mobili pesanti da letti o divani.
- Fissa alle pareti scaffali, librerie e altri mobili alti; appendi quadri e specchi con ganci chiusi, che impediscano loro di staccarsi dalla parete.
- Metti gli oggetti pesanti sui ripiani bassi delle scaffalature; su quelli alti, puoi fissare gli oggetti con del nastro biadesivo.
- In cucina, utilizza un fermo per l’apertura degli sportelli dei mobili dove sono contenuti piatti e bicchieri, in modo che non si aprano durante la scossa.
- Impara dove sono e come si chiudono i rubinetti di gas, acqua e l’interruttore generale della luce.
- Individua i punti sicuri dell’abitazione, dove ripararti in caso di terremoto: i vani delle porte, gli angoli delle pareti, sotto il tavolo o il letto.
- Tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, e assicurati che ognuno sappia dove sono.
- Informati se esiste e cosa prevede il Piano di protezione civile del tuo Comune: se non c’è, pretendi che sia predisposto, così da sapere come comportarti in caso di emergenza.
- Elimina tutte le situazioni che, in caso di terremoto, possono rappresentare un pericolo per te o i tuoi familiari.
Durante
Dal momento che si conosce la tipologia della propria abitazione e dunque il posto più sicuro, durante il terremoto bisogna sostarvi e aspettare che finisca la scossa.
Se ci si trova in un luogo affollato non bisogna scappare ma nascondersi sotto un tavolo.
Ecco caso consiglia la protezione civile:
- Se sei in un luogo chiuso, mettiti sotto una trave, nel vano di una porta o vicino a una parete portante.
- Stai attento alle cose che cadendo potrebbero colpirti (intonaco, controsoffitti, vetri, mobili, oggetti ecc.).
- Fai attenzione all’uso delle scale: spesso sono poco resistenti e possono danneggiarsi.
- Meglio evitare l’ascensore: si può bloccare.
- Fai attenzione alle altre possibili conseguenze del terremoto: crollo di ponti, frane, perdite di gas ecc.
- Se sei all’aperto, allontanati da edifici, alberi, lampioni, linee elettriche: potresti essere colpito da vasi, tegole e altri materiali che cadono.
Dopo un terremoto
Dopo che la scossa è terminata, ci si deve assicurare che tutti stiano bene e prestare i primi soccorsi a chi ne ha bisogno, ricordandosi di indossare le scarpe e di vestirsi comodamente e, se si deve trascorrere la notte fuori, portare con sé un kit di sopravvivenza (radio, viveri, torcia, coperte), allontanarsi da pareti rocciose (a rischio frane), corsi d’acqua (le sorgenti dopo un terremoto hanno un aumento di portata anche del 300% ciò provoca inondazioni) e spiagge (i terremoti sono spesso accompagnati da maremoti), seguire le istruzioni della protezione civile e non usare il telefonino per non intasare le linee.