“La psoriasi può essere una malattia devastante per il corpo e per l’anima“, secondo gli esperti riuniti a Parigi per il 27° Congresso dell’Eadv, l’Accademia europea di dermatologia e venereologia. Nell’ambito dell’incontro internazionale che riunisce esperti da 100 Paesi, spicca una nuova terapia biologica mirata, che promette di liberare i malati dalle placche psoriasiche attraverso un’unica iniezione ogni 3 mesi: si chiama risankizumab e il suo arrivo in Europa è atteso nella prima metà del prossimo anno.
Risankizumab agisce bloccando in modo selettivo la subunità p19 dell’interleuchina-23 (IL-23), la metà ‘chiave’ di una citochina coinvolta nel processo infiammatorio e legata a diverse patologie immuno-mediate. Il farmaco nasce da una collaborazione fra la tedesca Boehringer Ingelheim e AbbVie, che ne guida lo sviluppo e la commercializzazione su scala globale e ha presentato al meeting parigino nuovi risultati dei 3 studi di fase clinica III ‘ultIMMa-1, ‘ultIMMa-2’ e ‘IMMvent’ su pazienti con psoriasi a placche (la forma più diffusa) da moderata a grave, stadio che interessa il 30% circa dei malati.
Dai trial ultIMMa emerge che una quota significativamente maggiore di pazienti trattati con risankizumab è senza sintomi dopo 16 settimane rispetto a chi riceve placebo o ustekinumab, e resta ‘free’ anche a distanza di oltre un anno (52 settimane) rispetto al gruppo ustekinumab. IMMvent confronta invece risankizumab con adalimumab, dimostrando che una quota significativamente maggiore di pazienti trattati con il nuovo anticorpo monoclonale umanizzato raggiunge dopo 16 settimane uno score di 0 o 1 sulla scala Dlqi che misura la qualità della vita dei malati dermatologici, a significare che la psoriasi non pesa più sul loro vissuto quotidiano. Un traguardo che si mantiene alla 44ª settimana e si associa a riduzione dell’ansia, miglioramento del benessere mentale, aumento delle performance sul lavoro.