Non è stata ancora individuata la fonte unica dell’epidemia di legionella esplosa a luglio a Bresso, nel milanese, colpendo 52 persone 5 delle quali decedute. Le indagini e le analisi epidemiologiche condotte dall’Agenzia di tutela della salute di Milano hanno escluso il coinvolgimento sia dell’acquedotto sia delle reti idriche interne alla abitazioni. L’evento, però, è stato probabilmente causato dalla dispersione aerea del batterio favorita da fenomeni atmosferici straordinari.
“Abbiamo trovato una correlazione tra l’insorgenza della patologia con degli eventi atmosferici eccezionali. Ci sono state almeno due bombe d’acqua nel periodo, specialmente quella tra il 5 e l’8 luglio, che hanno scatenato un aerosol rimasto sospeso in atmosfera che sicuramente ha favorito la diffusione del batterio” ha spiegato il direttore dell’Ats milanese Marco Bosio durante una conferenza stampa nella sede del Comune alle porte di Milano.
Per i vertici dell’Ats, non si può escludere che qualche caso sporadico di contagio sia stato causato dall’acqua contaminata della fontana del Mappamondo – l’unico sito esterno che presenta una correlazione con i ceppi umani isolati in quattro pazienti – ma è da escludere che la stessa fontana, per le sue piccole dimensioni, possa essere l’unica causa dei 52 casi esaminati. L’ipotesi, dunque, è che siano presenti altre fonti non ancora identificate.