Un paziente con polmonite da legionella confermata dalle indagini di laboratorio è stato trasferito ieri dall’ospedale di Mantova al San Gerardo di Monza dopo l’ulteriore aggravarsi delle sue condizioni che hanno reso necessario collegarlo all’Ecmo, la ‘macchina cuore-polmoni’.
L’uomo, G.E. di 43 anni, da quanto si apprende era ricoverato inizialmente all’ospedale di Castiglione delle Stiviere (Mantova), una delle strutture che, fra l’Alto Mantovano e il Bresciano, hanno registrato in questi giorni un picco di accessi al pronto soccorso per polmonite. Affetto da fibrillazione atriale cronica in trattamento con antiaritmici e anticoagulanti, G.E. si è presentato nella struttura ospedaliera mantovana dopo 3 giorni di febbre, tosse e diarrea.
Era il 5 settembre: il paziente viene ricoverato in reparto medico a Castiglione delle Stiviere e inizia il trattamento antibiotico in linea con la positività alla legionella – ricostruiscono dal San Gerardo nel bollettino medico diffuso oggi – Ma le sue condizioni cliniche peggiorano e viene trasferito alla Rianimazione di Mantova il 7 settembre. Qui, dopo un tentativo di ventilazione non invasiva, “viene intubato e sottoposto a ventilazione controllata con strategia ventilatoria protettiva”, spiegano i medici.
Ma non basta: la situazione respiratoria e anche quella cardiaca e renale peggiorano. Il paziente per “un breve periodo” va in “arresto cardiaco”. Viene contattato il centro del San Gerardo, che ieri lo trasporta nella struttura monzese dopo connessione a Ecmo. “Il paziente – riferiscono i camici bianchi – necessita anche di trattamento dialitico continuo e di supporto con amine vasoattive per sostenere la funzione cardiocircolatoria. Le condizioni si sono attualmente stabilizzate”. La prognosi è riservata. Dall’ospedale fanno il punto anche sulla situazione di M.B, il giovane bresciano colpito da legionella e ricoverato al San Gerardo nei giorni scorsi. Le condizioni del 29enne residente a Roè Volciano (Brescia), restano “assolutamente invariate rispetto a ieri”.