Sesso, italiani e contraccettivi: ecco in quanti li usano

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Italiani interrogati sulle malattie sessualmente trasmissibili e sull’utilizzo di metodi contraccettivi: il 56,61% li usa “abitualmente”, al contrario di un 20% che risponde con un secco “mai”. C’è poi chi dice di utilizzarli “a volte si, a volte no” e preferisce tentare la sorte: tra questi, il 9,29% se ne ricorda “talvolta, a seconda delle situazioni”. E nel 76,66% dei casi il metodo scelto è il preservativo.

E’ quanto emerge dall’indagine condotta dalla Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss) in occasione della V edizione della Settimana del benessere sessuale, in programma in tutta Italia dal 1 al 6 ottobre 2018. Da aprile a giugno la Fiss ha sottoposto un questionario a risposta chiusa a un campione di oltre 500 partecipanti tramite la piattaforma SurveyMonkey online, diffuso sul sito e i canali social della Federazione. L’indagine rileva come il preservativo maschile si confermi il dispositivo anticoncezionale più conosciuto: il 97,68% degli intervistati lo mette nell’elenco degli strumenti noti, seguito dalla pillola (96,61%) e dalla spirale (88,93%).

Il meno affermato è il metodo Billings con solo il 26,96%, mentre il preservativo femminile è conosciuto dal 54,11% dei partecipanti all’indagine. La netta maggioranza (63,84%) afferma di scegliere insieme al partner il metodo contraccettivo, il 32,04% l’ha scelto e solo il 4,12% ha subito la scelta dell’altro. A usare il preservativo è dunque il 76,66% degli intervistati; solo l’1,14% preferisce quello femminile al pari della temperatura basale. Fanalino di coda il diaframma con lo 0,46%. I soddisfatti del metodo usato sono la maggioranza, a fronte di un 2,12% di delusi.

La maggior parte non farebbe a meno del contraccettivo, ma ci sono anche quelli che molto volentieri se ne libererebbero (circa il 9%). E chi lo usa anche se non ne è soddisfatto è una buona fetta (molto 11,08% e completamente 12,50%). Si sente infastidito dal metodo o dispositivo solo l’1,18%.

Secondo l’indagine, il 64,86% degli intervistati si dice per niente inibito dall’uso di contraccettivi e l’87,50% non si opporrebbe. Pochissimi confessano un senso di mancata progettualità e solidità del rapporto per colpa dei vari metodi (2,59%). Per tanti non cambia nulla (45,28%), anzi per il 30,27% i contraccettivi significano maggiore libertà sessuale. Il 6,54% pensa invece che ci sia meno spontaneità. Sul piano della frequenza dei rapporti, l’uso dei dispositivi non cambia nulla per il 64,89% degli intervistati, così come su quello del piacere. Addirittura, c’è chi dice che ne provi di più se c’è la sicurezza di un condom o di una spirale (12,11%).

I contraccettivi sono soprattutto usati per il timore di andare incontro a una gravidanza indesiderata (56,25%), meno di contrarre malattie (35,94%). La protezione è la prassi per il 51,01% che risponde positivamente alla domanda “Si protegge dal contagio delle infezioni sessualmente trasmissibili?”. Ma non per il 18% che sbarra invece la casella “mai”. Stupisce come la sifilide sia più nota (95%) del Papillomavirus (91,33%) o dell’Hiv (92,34%). Le percentuali si riducono poi quando si nomina la conoscenza del sarcoma di Kaposi (18,75%) o del granuloma inguinale (20,36%). E solo di alcune malattie il 53,63% conosce le conseguenze.

Per proteggersi dalle infezioni l’89,53% sceglie il profilattico, il resto preferisce avere rapporti con persone di cui si fida ciecamente (43,89%). Non si protegge perché ritiene non ci siano rischi per la Salute solo una minoranza (3,54%). Chi gioca con la fortuna perché non si protegge visto che in passato non gli è accaduto nulla è solo il 2,71%. Chi dà retta completamente agli amici che gli dicono che è molto difficile un contagio senza protezione è sotto il 2%. In minoranza anche chi pensa di non proteggersi “perché tanto esistono i farmaci giusti per guarire dalle infezioni”.

Stessa cosa per coloro che non lo fanno perché amano sfidare il caso. Diversa è la situazione di chi non si protegge perché si fida del partner: la quota sale, distribuita fra chi si riconosce abbastanza in questa condizione (19,38%), molto (12,29%) e completamente (17,71%). Anche se tecnicamente non è un metodo anticoncezionale, il coito interrotto ancora riceve consensi da chi afferma di farne uso qualche volta (29,29%), chi sempre (7,09%), chi spesso (11,90%) e chi almeno una volta (6,41%). L’astinenza programmata e condivisa con il partner riscuote particolare consenso: chi non la usa mai è il 93,14%, contro una piccola percentuale (0,69%) che invece la rispetta sempre. In caso di dubbi, il 30% gli intervistati ha ammesso di avere utilizzato la pillola del giorno dopo almeno una volta; il 62% ha risposto “mai”.

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