“A partire da un semplice prelievo di epidermide del paziente è possibile ottenere cellule staminali cerebrali umane” con le stesse caratteristiche delle staminali cerebrali fetali, “utilizzabili per auto-trapianti“: lo rendono noto l’Irccs Casa sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo (Foggia) e l’associazione Revert Onlus, dopo la pubblicazione di uno studio su ‘Cell Death and Disease’ (collana Springer Nature), condotta nell’Istituto voluto da Padre Pio da Jessica Rosati e Angelo Luigi Vescovi, con la collaborazione della Fondazione cellule staminali di Terni e dell’università Bicocca di Milano.
“Il progetto risolve l’annoso problema di identificare una fonte facilmente accessibile di cellule staminali del cervello umano per la cura delle patologie neurologiche. Tale approccio soppianta l’uso di cellule nervose di origine fetale e risolve il ‘nodo’ del rigetto post-trapianto“. I risultati ottenuti hanno dimostrato che “è possibile produrre, direttamente dalla pelle di un paziente, cellule staminali cerebrali uguali alle staminali cerebrali fetali di grado clinico, certificate dall’Agenzia italiana del farmaco e attualmente impiegate dal team di Vescovi nelle sperimentazioni di fase I e II su pazienti con Sla e sclerosi multipla“. Il lavoro descrive “una tecnologia d’immediata applicazione in ambito di sperimentazione clinica“, grazie alla quale “da una semplice biopsia della cute si estraggono cellule della pelle che vengono riprogrammate e rese simil-embrionali (cellule staminali pluripotenti indotte o iPsc)“, utilizzando il metodo che nel 2012 è valso il premio Nobel per la medicina al giapponese Shinya Yamanaka.
E’ possibile quindi “moltiplicare in modo illimitato le cellule umane riprogrammate e conservarle in una banca cellule, per ogni singolo paziente, con un metodo che non altera il materiale genetico cellulare e non utilizza virus o molecole pericolose. Tali cellule si conservano per decenni e restano sempre a disposizione del donatore“. E’ inoltre possibile “differenziare le cellule riprogrammate in cellule staminali del cervello, con la medesima tecnica, abilitata all’uso clinico, attualmente applicata per le staminali cerebrali fetali utilizzate nelle sperimentazioni cliniche su sclerosi laterale amiotrofica e sclerosi multipla, completate o in corso; certificare l’intero processo in adesione alle regole dell’Agenzia europea del farmaco Ema e dell’americana Fda, e utilizzarle per il trapianto clinico nell’uomo generando ogni tipo di cellula nervosa“. “Siccome le cellule vengono trapiantate nel paziente da cui sono inizialmente prelevate come cute – precisano gli autori – si tratta di un trapianto autologo vero e proprio, che evita l’uso di farmaci immunosoppressivi poiché il rischio di rigetto è, di fatto, nullo“. “Le potenzialità di sviluppo terapeutico di queste nuove cellule sono enormi – si spiega in una nota – Si dispone ora di un numero illimitato di cellule cerebrali autologhe umane con una riproducibilità di produzione e di effetto terapeutico inimmaginabili sino a poco tempo fa“. A oggi, infatti, “l’applicazione della terapia cellulare in ambito neurodegenerativo e neurologico è stata seriamente limitata da almeno 3 fattori principali: la scarsa disponibilità di cellule, la scarsa riproducibilità dei metodi impiegati per produrle e il rigetto per via della natura allogenica delle cellule fetali cerebrali“. La nuova pubblicazione “ovvia a questi problemi e permetterà di espandere l’applicazione della terapia cellulare per le malattie cerebrali a coorti di pazienti e di patologie molto più ampi di quanto ad oggi possibile“.