Un terremoto di magnitudo 6.7 ha colpito 112 km a sud di Sapporo, sull’isola di Hokkaido, in Giappone, intorno alle 3 del mattino (ora locale) del 6 settembre, seguito da una scossa di magnitudo 5.3 meno di 20 minuti dopo. Il terremoto ha colpito ad una profondità di circa 32 km. I residenti sono stati svegliati dal sisma che ha fatto tremare l’area. L’epicentro è stato a 25,7 km dalla città di Chitose, dove si trova l’aeroporto principale di Hokkaido, 5° aeroporto più trafficato del Giappone. Nessuna allerta tsunami in seguito al terremoto.
Kazuo Kibayashi, ufficiale della cittadina di Abira, duramente colpita, ha dichiarato: “C’è stata una scossa improvvisa ed estrema. Ho sentito come se si muovesse lateralmente, non su e giù, per circa 2-3 minuti. Si è fermata prima di una nuova scossa. Ho avvertito come se ci fossero state due onde. Ho 51 anni e non ho mai vissuto niente di simile. Pensavo che la mia casa stesse per crollare”.
Le autorità riportano che ci sono delle persone sepolte vive sotto le macerie di un crollo avvenuto ad Anping Town e che 5 case sono crollate ad Akashima. Sono state riportate anche strade crollate e blackout. Al momento ci sono 9 vittime accertate, 300 feriti e almeno 30 dispersi. Si ritiene che molte delle persone disperse siano intrappolate sotto gli edifici crollati. Strade danneggiate e frane hanno causato forti alterazioni del traffico; colpito anche il settore ferroviario. Il crollo del soffitto e il blackout hanno portato alla chiusura dell’aeroporto di Hokkaido.
Inizialmente il sisma ha lasciato senza energia elettrica circa 3 milioni di case. Secondo le autorità, potrebbe servire più di una settimana per ripristinare l’elettricità in tutte le aree colpite. Il blackout si è verificato quando le centrali termoelettriche nella prefettura si sono arrestate automaticamente dopo la scossa. Il blackout ha colpito anche circa 40 ospedali, servizi telefonici e trasmissioni televisive. In una raffineria di petrolio nella città di Muroran è divampato un incendio, domato quasi completamente.
Alcuni esperti sostengono che il terremoto sia stato causato da una serie di slittamenti su una faglia attiva dell’entroterra. 10 km a ovest dell’epicentro, da nord a sud corre una zona di faglia lunga oltre 100 km. Anche se l’agenzia meteorologica nazionale afferma che non è chiaro se la zona abbia avuto qualcosa a che fare con il terremoto, gli esperti credono che un suo spostamento possa esserne stato la causa. Takashi Furumura, professore di sismologia dell’Università di Tokyo, dichiara che è altamente probabile che il sisma si sia verificato nella parte meridionale della zona di faglia. Furumura, che ha esaminato le registrazioni delle onde sismiche, ha scoperto che ci sono stati tre forti movimenti in un breve periodo di tempo. “Gli scivolamenti consecutivi della faglia possono aver causato una forte scossa per un periodo più lungo e innescato le frane”, ha spiegato.
Il Giappone, situato sull’Anello di Fuoco che circonda il Pacifico, subisce circa il 20% dei terremoti di magnitudo pari o superiore a 6 di tutto il mondo.
Per le prossime 24 ore sul Paese è prevista pioggia, che potrebbe ostacolare e ritardare gli sforzi di salvataggio e recupero. La pioggia dovrebbe diffondersi sulle parti più colpite di Hokkaido tra domani, 7 settembre, e dopodomani. Anche se sono previste precipitazioni totali inferiori a 12 mm, anche la minima quantità di pioggia potrebbe provocare ulteriori frane e danni e ostacolare ancora di più i soccorsi. Condizioni più asciutte torneranno tra il pomeriggio di sabato e domenica 9 settembre, prima di altre piogge in arrivo all’inizio della prossima settimana.
Più a sud, giorni di acquazzoni aumenteranno il rischio di alluvioni sulla scia del tifone Jebi. Le aree più colpite saranno le parti occidentali e sudoccidentali di Honshu, dove sono attese precipitazioni totali di 100-200 mm. Gli acquazzoni colpiranno anche il resto di Honshu, Shikoku e Kyushu, provocando alluvioni localizzate e importanti alterazioni del traffico. Le aree maggiormente colpite da Jebi saranno esposte ad un rischio maggiore di frane.