Tumori, lo screening al polmone con la tac riduce la mortalità del 40%: lo studio italiano

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I programmi di screening per il cancro al polmone con Tac spirale toracica a basse dosi nei forti fumatori sono in grado di ottenere una riduzione della mortalità, fino a quasi del 40%. Nuove conferme arrivano per questa strategia di diagnosi precoce da due studi europei randomizzati, uno italiano e uno olandese, presentati a Toronto nel corso della Conferenza mondiale dell’International Association for the Study of Lung Cancer (Iaslc).

I trial, entrambi sviluppati con l’utilizzo della Tac a basse dosi di esposizione su forti fumatori over 50, “possono finalmente costituire le basi per l’avvio di programmi” di questo tipo, ad oggi non ancora previsti, sottolineano gli scienziati italiani dell’Istituto nazionale tumori (Int) di Milano, autori dello studio ‘Mild’ (Multicenter Italian Lung Detection), protagonista con la ricerca olandese ‘Nelson’ (Dutch-Belgian Lung Cancer Screening).

Lo studio Nelson ha arruolato in Olanda oltre 15 mila persone dal 2003, in un programma di screening con Tac spirale toracica della durata di 6 anni. I risultati hanno confermato una riduzione del 26% nella mortalità per tumore polmonare a 10 anni dall’inizio dello studio, rispetto al braccio di controllo che prevedeva la semplice osservazione senza esami diagnostici. Inoltre, ha confermato che il beneficio dello screening è maggiore nelle donne rispetto agli uomini.

Lo studio Mild, condotto dall’Int su oltre 4 mila forti fumatori dal 2005 ad oggi – con il contributo di ministero della Salute, Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro) e Fondazione Cariplo – è l’unico programma randomizzato di screening al mondo in cui la Tac spirale toracica sia stata impostata, con frequenza annuale o biennale, per un periodo totale di 10 anni. Gli scienziati tricolore hanno dimostrato che un programma di diagnosi precoce che prosegue oltre i 5 anni, fino a raggiungere i 10 anni di screening, può ottenere una riduzione della mortalità per tumore polmonare pari al 39%.

“I risultati di questi due studi – evidenzia Ugo Pastorino, direttore della Struttura complessa di chirurgia toracica dell’Int e uno degli autori del lavoro italiano – sono coerenti tra loro e particolarmente rilevanti. E questo perché il braccio di controllo non comprendeva alcun esame diagnostico, come la radiografia del torace. In particolare, lo studio Mild ha dimostrato per la prima volta che è utile proseguire lo screening oltre i 5 anni. La Tac spirale ripetuta dal quinto al decimo anno ha infatti più che dimezzato la mortalità per cancro polmonare durante gli ultimi 5 anni di screening, rispetto al gruppo di controllo osservazionale”.

A fare da apripista su questo fronte è stato il trial ‘Nlst’ (National Lung Screening Trial), condotto negli Stati Uniti e pubblicato nel 2011. I dati americani avevano per la prima volta evidenziato una riduzione della mortalità del 20%. “Il fatto che Nelson e Mild dimostrino una maggiore efficacia, in termini di riduzione della mortalità, rispetto allo studio Nlst può essere spiegato dalla maggiore durata del follow-up, ma anche dalla scelta di un braccio di controllo osservazionale, che elimina un possibile fattore confondente”, osserva Pastorino. “Infatti, anche se molto meno sensibile, la radiografia del torace può anticipare la diagnosi di tumore polmonare in alcuni casi, e nel confronto con questo esame radiologico il beneficio reale della Tac può apparire minore”.

I dati americani non erano risultati convincenti al punto da raccomandare la Tac spirale quale procedura di screening di routine, come sottolineato anche dalle Linee guida Aiom 2016. Entrambi gli studi europei, invece, aprono nuove prospettive. “Giustificano l’avvio in Italia di programmi di diagnosi precoce con Tac toracica a basse dosi nei forti fumatori di età superiore ai 50 anni – interviene Giovanni Apolone, direttore scientifico Int – da sviluppare in Centri con elevata specializzazione nella diagnosi precoce e nella terapia dei tumori polmonari”.

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