Il carico globale dei tumori è in crescita: secondo le stime aggiornate al 2018, i nuovi casi nel mondo salgono a quota 18,1 milioni e i morti raggiungono i 9,6 milioni. Significa che un uomo su 5 e una donna su 6 nel pianeta sviluppano il cancro durante la loro vita, e muore per la malattia un uomo su 8 e una donna su 11. E’ il quadro tracciato nel report pubblicato ieri dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), sulla base delle ultime stime di incidenza e mortalità in 385 Paesi (per 36 tipi di neoplasie e per tutte le forme messe insieme) fornite dal database Globocan 2018, accessibile online come parte dello Iarc Global Cancer Observatory. Nel 2012, anno in cui era stato pubblicato il precedente report di Globocan, i nuovi casi erano 14,1 mln e le morti 8,2 mln, quindi le stime attuali sono in crescita di 4 mln per l’incidenza e di 1,4 mln per i decessi.
L’Europa spicca perché rappresenta il 23,4% dei casi di tumore globali e il 20,3% dei decessi oncologici, sebbene abbia solo il 9% della popolazione mondiale. Per avere un metro di paragone, le Americhe hanno il 13,3% della popolazione mondiale – quindi una percentuale maggiore del Vecchio Continente – ma pesano in maniera inferiore per incidenza, il 21% del totale, e per mortalità, il 14,4%. I modelli globali mostrano poi che per uomini e donne messi insieme, quasi la metà dei nuovi casi e più della metà delle morti per cancro in tutto il mondo nel 2018 sono stimati in Asia (in parte anche perché la regione ha quasi il 60% della popolazione globale).
In contrasto con le altre regioni del pianeta, sia in Asia che in Africa le percentuali delle morti per cancro (rispettivamente 57,3% e 7,3%) sono più alte di quelle dei nuovi casi (48,4% e 5,8%). In parte succede perché queste aree hanno una più alta frequenza di alcuni tipi di cancro associati a prognosi peggiore e tassi di mortalità più elevati, oltre a un accesso limitato a diagnosi e trattamenti tempestivi in ??molti Paesi. L’analisi è pubblicata su ‘CA: A Cancer Journal for Clinicians’ e mette in luce l’ampia diversità geografica nella ricorrenza del cancro e le variazioni nell’entità e nel profilo della malattia tra le diverse regioni del mondo e al loro interno.
A livello globale, il numero totale di persone che sono sopravvissute a 5 anni da una diagnosi di cancro (prevalenza a 5 anni), è stimato in 43,8 milioni. Il big killer numero uno si conferma il cancro al polmone, responsabile del maggior numero di decessi (1,8 milioni di morti, 18,4% del totale). Il crescente onere del cancro, ragionano gli esperti, è dovuto a diversi fattori, tra cui la crescita e l’invecchiamento della popolazione, nonché la variazione della prevalenza di alcune cause di cancro legate allo sviluppo sociale ed economico. Questo, aggiungono, è particolarmente vero nelle economie in rapida crescita, dove si osserva uno spostamento dai tumori legati a povertà e infezioni ai tumori associati a stili di vita più tipici dei paesi industrializzati.
“Resta ancora molto da fare per affrontare l’allarmante aumento del carico di tumori a livello globale“, osserva il direttore della Iarc Christopher Wild. “E’ urgente – conclude – che vengano implementate politiche di prevenzione e diagnosi precoce“.