Possono colpire organi molto diversi tra loro come intestino, pancreas, polmoni e tiroide. Sono i tumori neuroendocrini, neoplasie ormonali a bassa incidenza, comunemente conosciute come rare. “Sono patologie sì ‘rare’ ma ‘non troppo’: sappiamo che le diagnosi di tumori neuroendocrini sono quintuplicate negli ultimi anni e nessuno specialista è in grado di affrontare queste malattie da solo, neanche l’endocrinologo. Per questo abbiamo varato ‘Nettare’ (Neuroendocrine Tumors Task Force): un gruppo multidisciplinare composto da diversi specialisti che si occupano del paziente, dalla presa in carico, alla diagnosi, alla scelta congiunta del trattamento, al ‘follow up’“. Lo ha sottolineato all’Adnkronos Salute Andrea Lenzi, coordinatore di ‘Nettare’, e tra i relatori del corso Ecm ‘Up-to-date in tema di diagnosi, terapia e follow-up dei tumori neuroendocrini’ oggi a domani al Policlinico Umberto I di Roma.
La ‘task force’ promossa dall’Umberto I è composta da esperti di Endocrinologia, Radiologia, Medicina Nucleare, Oncologia, Gastroenterologia, Chirurgia generale, Anatomia patologica e Patologia clinica. “La nuova classificazione dell’Oms ci semplifica la vita – prosegue Lenzi, ordinario di Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma – ci consente di identificare le varie patologie e arrivare alla diagnosi e alla terapia nella maniera più corretta. Ma sopratutto mette al centro la necessità dell’interdisciplinarietà per affrontare questi tumori. Oggi abbiamo farmaci, trattamenti e protocolli che guariscono i malati“.
“La chirurgia costituisce una delle scelte terapeutiche più importanti quando si parla di tumori neuroendocrini – ha osservato Piero Chirletti, moderatore di una sessione dell’evento e ordinario di Chirurgia generale Università Sapienza di Roma – Abbiamo aderito con entusiasmo alla creazione di questa ‘task force’ all’interno del Policlinico. Per l’approccio chirurgico bisogna avere un’esperienza di chirurgia pancreatica, cosa che abbiamo, perché queste neoplasie posso attaccare tutto l’apparato digerente. Questo nuovo approccio multidisciplinare porterà sicuramente nuovi benefici“.
Tra gli ospiti dell’evento anche Annamaria Colao, professore ordinario di Endocrinologia e direttore della sezione Endocrinologia dell’Università Federico II di Napoli. “Sono stati fatti progressi molto importanti nella lotta ai tumori neuroendocrini – ricorda – Sono neoplasie molto variabili dal punto di vista biologico, di sede anatomica, ma anche di severità della malatita. Esistono pazienti che possono sopravvivere oltre vent’anni e altri che in un anno possono morire. Quello che è fondamentale per il paziente – rimarca la specialista- è che deve affidarsi a centri specializzati di riferimento perché solo lì si può avere la possibilità di trovare tutti gli specialisti che si interfacciano per l’assistenza; ci vuole una medicina nucleare avanzata, un laboratorio per tipizzare i tumori e poi i farmaci innovativi per il trattamento dei tumori“.
In Italia ci sono centri che possono offrire questo tipo di servizi? “La Società europea dei tumori neuroendocrini ha avviato ormai 15 anni fa una verifica, per i centri che ne fanno richiesta, della possibilità di essere considerati strutture di eccellenza per queste patologie – risponde Colao – e Napoli, dove lavoro, ha un centro. Il Policlinico è un altro centro di riferimento, Milano ha altri centri. Ci sono strutture sparse in Italia che possono vantare l’organizzazione adeguata per prendere in carico il paziente. Ma occorre chiarire che non è il medico l’eccellenza, abbiamo colleghi bravissimi in tutta Italia, ma è il centro che deve avere la metodologia organizzativa. Questo approccio fa la differenza per il paziente: deve esserci una Medicina nucleare avanzata o una Radiologia che abbia uno spiccato interesse per questi tumori“.
“In un policlinico universitario dove c’è anche l’attività di ricerca e la formazione di nuovi medici, occorre fare squadra e quindi anche fare rete è indispensabile – avverte il direttore generale dell’Umberto I, Vincenzo Panella – Uno dei problemi che c’è stato nel Policlinico negli anni passati è la divaricazione tra la parte amministrativa e quella medica, oggi invece iniziamo a fare rete anche con questo tipo di eventi su temi scientifici. L’ Umberto I è un ospedale di riferimento nella rete delle malattie rare – ricorda Panella – e molti dei tumori neuroendocrini sono patologie rare e dunque questa iniziativa si inserisce in questa prospettiva di consolidamento del Policlinico come struttura di eccellenza ma anche come riferimento del livello più di base della rete, assistenziale e formativo“.