“L’obbligo, pur necessario, deve comunque tener conto della situazione epidemiologica che si registra in un dato contesto territoriale o in determinate comunità o in relazione categorie d’individui. Obbligare alle vaccinazioni può essere necessario, dunque, ma non è sufficiente a fini di prevenzione. Lo dimostra l’epidemia di morbillo in corso nel nostro Paese: l’aumento di coperture che l’obbligo ha prodotto nelle generazioni dei nuovi nati non ha interrotto la diffusione della malattia”. Lo ha sottolineato il ministro della Salute, Giulia Grillo, rispondendo al question time al Senato.
Grillo ha poi evidenziato che “l’eliminazione del morbillo richiede l’attuazione di un complesso di interventi, descritti in un Piano già disponibile e che è stato tuttavia colpevolmente dimenticato dal 2011, oltreché non finanziato. Per interrompere l’epidemia occorre, per esempio, promuovere la vaccinazione tra gli operatori sanitari per garantire le occasioni di contatto con i servizi sanitari e occorre potenziare molto la comunicazione sociale. Ecco perché intendo aggiornare rapidamente il Piano morbillo e proporre al Governo e alle Regioni di assumersi impegni concreti, trasformando le raccomandazioni del Piano in azioni finanziate e verificabili“.
“In questo senso – ha aggiunto il ministro – è apprezzabile l’iniziativa parlamentare che mira a completare la normativa vigente. Auspico che siano previste iniziative concrete: potenziare i servizi vaccinali, rendere operativa l’Anagrafe nazionale, monitorare le coperture e gli eventi avversi e finanziare adeguatamente la spesa. Tra i tanti strumenti non dovrebbe mancare anche quello dell’obbligo. Saranno gli organi istituzionali dello Stato e delle Regioni a stabilire per quali vaccini e per quali popolazioni varrà l’obbligo. La politica renda possibile obbligare, se necessario, la scienza stabilisca dove e quando è necessario”.