La Xylella si sta diffondendo in tutta Europa, in particolare in Francia, Spagna e Germania e non è più solo un problema italiano e tantomeno della Puglia. Lo ha spiegato il ricercatore dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (Ipsp) del Cnr di Bari, Pierferdinando La Notte, in audizione alla commissione Agricoltura della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’emergenza legata alla diffusione del batterio nella regione Puglia.
“Vi sono due epidemie in Corsica e Costa Azzurra – segnala il ricercatore – e poi in un vivaio in Germania, nelle isole Baleari in Spagna ma anche nella zona di Alicante e in Andalusia anche questa in serra“. Sulle misure per limitare l’arrivo del batterio e di altri patogeni, La Notte ha ricordato che la Comunità Europea ha 42 punti di ingresso, praticamente impossibili da controllare, mentre il Cile, ad esempio, Paese con 5mila chilometri di coste, ne ha appena due. Secondo il ricercatore non ci sono a oggi alternative efficaci come le eradicazioni chirurgiche degli ulivi nella zona di contenimento.
“E’ una misura per proteggere la zona-cuscinetto – conclude La Notte – dove si prevede non solo l’eliminazione di focolai puntiformi trovati infetti, ma anche di tutte le specie ospiti nel raggio di 100 metri; l’unica condizione affinché questa strategia possa funzionare è la tempestività“. Se le piante trovate infette, prima di essere eliminate, rimangono in campo per altre 2 stagioni vegetative, fungono da serbatoi di inoculo creando un disastro nei territori circostanti.