Ambiente, CIB: il biometano scelta di responsabilità per frenare il cambiamento climatico, “eliminare gli ostacoli nella normativa”

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Raggiungere il traguardo di un’economia a emissioni nette zero entro il 2050 è possibile sfruttando la grandissima risorsa del gas rinnovabile” ha dichiarato Piero Gattoni Presidente CIB – Consorzio Italiano Biogas intervenendo stamane a Bologna all’evento di Legambiente, ‘L’era del biometano’. “Lo sosteniamo da tempo assieme ai partner del consorzio europeo Gas For Climate: si può arrivare a produrre oltre 120 miliardi di metri cubi di gas rinnovabili nell’UE annualmente entro il 2050, il 25% dell’attuale domanda europea di gas naturale, con un risparmio di 138 miliardi di euro all’anno rispetto a uno scenario energetico senza il gas rinnovabile”.

In Italia il settore è particolarmente sviluppato, soprattutto a livello di filiera del biogas/biometano agricolo. Per poter incidere a livello economico e di contenimento delle emissioni, però, è urgente eliminare gli ostacoli normativi allo sviluppo delle riconversioni degli impianti in produzione, che porterebbe anche un risparmio sui costi della bolletta elettrica”.

Di fronte all’allarme lanciato questa settimana dall’agenzia ONU IPCC sul riscaldamento globale, investire nel biometano diventa una scelta di responsabilità, considerando che la crescita del comparto in Europa potrebbe evitare l’emissione di 197 milioni di tonnellate di CO2 al 2050 secondo il centro studi ambientali Althesys. A questo proposito, ricordo che il biogas/biometano agricolo è una bioenergia speciale perché può essere prodotta in combinazione con sistemi naturali di stoccaggio del carbonio nel suolo. Simili tecniche vanno necessariamente abbinate alla riduzione delle emissioni per sperare di contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5°C. L’importanza delle bioenergie nel mix delle rinnovabili è stata riconosciuta in questi giorni anche dall’IEA, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, che ha auspicato una crescita vigorosa del settore e un suo sostegno maggiore da parte dei decisori pubblici affinché raggiunga il pieno potenziale e incida maggiormente nel processo di decarbonizzazione e di diversificazione delle fonti energetiche nei settori dell’industria e dei trasporti”.

Il biometano è un biocarburante avanzato in grado di affiancare la mobilità elettrica sia in un’ottica di transizione nel processo di elettrificazione del trasporto leggero, sia per abbattere le emissioni in ambiti difficilmente elettrificabili quali i trasporti pubblici, industriali e navali – ricordo che molte delle maggiori compagnie armatrici stanno realizzando navi da crociera con alimentazione a GNL –.

Nel nostro caso la sfida ambientale è anche una grande opportunità per cambiare il paradigma produttivo di diversi settori e per creare valore e occupazione. Sempre secondo Althesys, una crescita del settore del biometano in Italia consentirebbe di creare oltre 21 mila posti di lavoro entro il 2030, generando un gettito tributario di 16 miliardi di euro, con ricadute economiche complessive per quasi 86 miliardi”.

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