Tra 9 e 33 milioni ogni anno sono in tutto il mondo le visite al pronto soccorso per asma che vengono scatenate da aria inquinata per ozono o polveri sottili.
E’ questo il risultato di uno studio della George Washington University sulle emissioni degli agenti inquinanti, il primo a quantificare l’impatto dell’inquinamento atmosferico sui casi d’asma in tutto il pianeta. Nello studio sono stati inseriti 54 Stati e Hong Kong (oggi territorio autonomo della Cina).
Secondo l’analisi, tra 9 e 23 milioni ogni anno sono le richieste di pronto soccorso evitabili per asma da inquinamento scatenato dall’ozono (tra l’8 e il 20% delle visite totali di asma). Tra 5 e 10 milioni sono le visite ogni anno al pronto soccorso per asma collegate al particolato (tra il 4 e il 9% del totale). Circa la meta’ delle visite di pronto soccorso per asma attribuite all’aria sporca sono state individuate nei Paesi del Sud e dell’Est asiatico, in particolare in India e Cina.
Secondo i ricercatori, circa il 95% della popolazione mondiale vive in luoghi con aria non sicura. In precedenza, lo studio Global Burden of Disease si e’ concentrato sulla quantificazione degli impatti dell’inquinamento atmosferico su malattie cardiache, malattie respiratorie croniche, cancro ai polmoni e infezioni delle vie respiratorie inferiori, rilevando che il particolato fine ha portato, nel 2016, 4,1 milioni di morti premature. Sempre nello stesso anno l’ozono ha causato 230.000 decessi. Il lavoro e’ stato pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Health Perspectives.