Tumori, nuove conferme sull’aspirina: l’uso giornaliero potrebbe ridurre il rischio di cancro alle ovaie

MeteoWeb

Il carcinoma ovarico è il più fatale dei tumori ginecologici, principalmente a causa della mancanza di strategie di diagnosi precoce. Si ritiene che l’infiammazione che si verifica durante l’ovulazione svolga un ruolo nello sviluppo di questa malattia. Ma è stato dimostrato che farmaci antinfiammatori, come l’aspirina, riducono il rischio di alcuni tipi di cancro, tra cui quello alle ovaie.

Un nuovo studio, condotto dal Moffitt Cancer Center in collaborazione con l’Huntsman Cancer Institute e l’Harvard T.H. Chan School of Public Health e pubblicato da JAMA Oncology, ha analizzato i dati di oltre 200.000 donne. Delle partecipanti, 1.054 hanno sviluppato un tumore alle ovaie. I ricercatori hanno analizzato, quindi, l’uso di aspirine (325mg), aspirine a bassa dose (100mg o meno), farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e paracetamolo.

La loro analisi ha svelato che l’uso giornaliero di un’aspirina a bassa dose era associato ad una riduzione del 23% del rischio di tumore alle ovaie mentre lo stesso non valeva per l’aspirina a dose standard. Al contrario, i risultati hanno dimostrato che le donne che assumevano spesso FANS, come ibuprofene o naproxene (almeno 10 compresse alla settimana per molti anni), avevano un maggior rischio di sviluppare la malattia.

I risultati di questo studio contribuiscono a confermare un’altra ricerca della stessa autrice, la Dott.ssa Shelley Tworoger (Moffitt), pubblicata su Journal of the National Cancer Institute all’inizio dell’anno. La ricerca includeva oltre 750.000 donne, a 3.500 delle quali era stato diagnosticato un tumore alle ovaie. Quello studio ha svelato che l’uso giornaliero di aspirine riduceva il rischio della malattia del 10%.

“Non siamo ancora nella fase in cui possiamo raccomandare che l’uso giornaliero dell’aspirina riduce il rischio di cancro alle ovaie. Dobbiamo fare ulteriori ricerche. Ma è sicuramente qualcosa di cui le donne dovrebbero discutere con il loro medico”, ha dichiarato la Dott.ssa Tworoger.

Condividi