La nuova “astronomia multimessaggera” compie 1 anno, “ci riserverà tante belle sorprese”

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Con l’annuncio di una collisione fra due stelle di neutroni, un anno fa nasceva la nuova astronomia basata sull’osservazione di onde gravitazionali e fotoni.
L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha interpellato l’Accademia della Crusca per trovare un nome corretto a quella che era stata definita “astronomia multimessaggero”, traducendo in modo letterale il termine inglese “multimessenger astronomy”: la versione scelta dalla Crusca è stata quella al femminile, ossia “astronomia multimessaggera“.

Siamo contenti di avere contribuito alla formulazione condivisa con l’Accademia della Crusca del nome in italiano di questa nuova astronomia, inaugurata grazie alle onde gravitazionali, che speriamo, nei prossimi anni, ci riserverà tante belle sorprese,” Fernando Ferroni, Presidente dell’Infn.

Cos’è l’astronomia multimessaggera

L’astronomia multimessaggera è una nuova via di esplorazione dell’universo, che si avvale in combinazione di onde gravitazionali, di fotoni (onde elettromagnetiche) e di neutrini. La sua nascita è stata annunciata un anno fa, il 16 ottobre 2017, a seguito della prima osservazione di un’onda gravitazionale generata dalla fusione di due stelle di neutroni, da parte dell’interferometro dell’INFN e del CNRS francese, Virgo, nei pressi di Cascina (Pisa), e dei due interferometri statunitensi LIGO. Pochissimi istanti dopo, i telescopi per radiazione elettromagnetica captarono i fotoni (dalle onde radio fino ai raggi gamma) associati alla poderosa esplosione verificatasi durante questo fenomeno, avvenuto a 130 milioni di anni luce da noi, alla periferia della galassia NGC4993, in direzione della costellazione dell’Idra. Nel luglio scorso è stata annunciata la seconda osservazione multimessaggera, questa volta grazie alla rivelazione di un neutrino cosmico in associazione a fotoni di altissima energia, che ha permesso di risalire alla loro sorgente: un “blazar”, cioè una galassia attiva con un buco nero supermassiccio al centro, distante 4,5 miliardi di anni luce in direzione della costellazione di Orione.

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